Ph. Enzo Lacopo
di Emanuela Alvaro
MONASTERACE – Che cos’è la Città Metropolitana, quali le opportunità per il territorio e gli strumenti a disposizione per far sì che la stessa sia realizzata ottenendo il risultato migliore. Di questo, ma anche dei timori dei territori periferici, si è parlato nell’incontro dal titolo “La Città Metropolitana opportunità per la Vallata dello Stilaro”.
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L’incontro ospitato nella biblioteca, comunale “C. Alvaro”, moderato dall’assessore comunale, Gabriella Pisano, è stato animato dalla discussione e dai diversi punti di vista e concluso dal sindaco di Reggio Calabria e futuro sindaco della Città Metropolitana, Giuseppe Falcomatà.
Dopo i saluti del primo cittadino, Cesare De Leo, il quale non nascondendo i suoi dubbi sul futuro che attende il territorio, ha anche lanciato come proposta ai colleghi della Vallata dello Stilaro, di pensare in modo più concreto all’unione non solo in vista della Città Metropolitana, ma anche come soluzione di tante difficoltà che le amministrazioni stanno affrontando, e gli interventi dell’ingegnere Nicolino Armocida, responsabile Area Metropolitana Federaziende, promotrice dell’evento e di Antonio Camera ex assessore comunale di Reggio Calabria, oggi vicino al sindaco Falcomatà, sulla questione sono emersi anche tutti i dubbi, espressi dal sindaco di Bivongi, Felice Valenti.
Il primo cittadino di Bivongi ha infatti parlato di un futuro che vedrà sotto la Città Metropolitana l’unione di 97 debolezze, il numero dei comuni interessati, appartenenti all’attuale provincia. «E’ necessario dire ai cittadini le cose come stanno. La Città Metropolitana si dovrà realizzare, ma lo si dovrà fare con raziocinio. Non considerando la mannaia di ogni comune cioè il rischio continuo dello sforamento del Patto di stabilità con tutto quello che comporta e i continui tagli dei trasferimenti statali che porteranno le amministrazioni comunali a non avere più i soldi per coprire gli stipendi. Ai cittadini si deve parlare chiaro e di cose fattibili. La partita politica – ha concluso Valenti – si giocherà sullo Statuto nel quale chiedo che ci sia scritto che le zone periferiche avranno diritto ad entrare negli organi che decideranno sul futuro di questo territorio». Statuto passaggio fondamentale ribadito nell’intervento del sindaco di Stignano, Franco Candia.
Valenti ha continuato ricordando come sia quanto mai necessario che l’iter venga accelerato, prima di tutto dalla stessa Provincia, appellandosi al presidente, Giuseppe Raffa, chiedendone le dimissioni, altrimenti si dimezzeranno ulteriormente i fondi comunitari ai quali si potrà attingere per una progettazione seria e concreta. Necessità alla quale si è appellato anche De Leo il quale ha parlato dell’importanza di un cambio di cultura e di punti di vista a tutti i livelli.
Prendendo la parola il sindaco Giuseppe Falcomatà ha posto l’accento sul ruolo chiave che in questa partita per il futuro avrà l’informazione.
«Oggi siamo qui per parlare dell’imminente futuro dei nostri territori, partendo da Monasterace. La prima iniziativa risale a sabato 14 febbraio a cui hanno partecipato 52 sindaci. Un numero che, considerando le diverse situazioni è stato alto. E ben vengano – ha proseguito il sindaco di Reggio Calabria – le comunicazioni successive che io non chiamo polemiche, perché questo significa che c’è interesse intorno alla questione. Città Metropolitana ultima speranza e grande opportunità che ci proietta nel futuro, ma con le radici ben salde ad oggi, dove non poche sono le difficoltà a cui si deve fare fronte come i bilanci o l’imu agricola o, a causa della razionalizzazione, la chiusura degli uffici postali. Figuriamoci cosa comporterebbe oggi rimanere fuori dalla Città Metropolitana! Significherebbe non riuscire più a garantire neanche i servizi essenziali. Non abbiamo alcuna intenzione che sia Reggio centrica, la città deve porsi in modo da dare forza a tutto il territorio. La costituzione dovrà scaturire a livello politico istituzionale e dal confronto sui territori, realizzandosi solo se recepita e capita dai territori attraverso lo strumento che darà l’idea di tutto, lo Statuto che deve essere condiviso con tutte le energie attive sul territorio provinciale. Quello che verrà scritto dovrà essere partecipato e condiviso da tutti per costruirla nel migliore dei modi. La Città Metropolitana, una sorta di “Città Stato” che ha la forza di confrontarsi con l’Europa, stringendo accordi direttamente con altre realtà non solo italiane. Noi oggi siamo già considerati come tale, ma non lo deve rimanere sulla carta, deve diventare concreta. Capire cosa ci unisce è la prima cosa da fare evitando di considerare il territorio a compartimenti stagni. Unica Città Metropolitana ad avere un porto, un parco, un frutto come il bergamotto “frutto del signore”, potenzialità di fare impresa da quello che arriva dalla terra. Tutto questo è fondamentale, tutte potenzialità da rafforzare. Quello che più di ogni altra cosa dobbiamo fare – conclude – è mettere a bando i campanilismi che tanto danno hanno fatto in secoli di storia calabrese».