AL FINE DI GARANTIRE L’ESERCIZIO DEL DIRITTO DI REPLICA, RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE LA SEGUENTE NOTA INVIATACI DALL’AVVOCATO FELICE CENTINEO CAVARRETTA MAZZOLENI IN NOME E PER CONTO DELLA SUA ASSISTITA MARIA GRAZIA LAGANA’
Egregio Direttore,
mi consenta di dire che non ci stupisce (alla mia assistita e a me) il modo in cui il processo a carico dell’imputato Pino Mammoliti sia stato trattato dalla Sua testata giornalistica, sempre molto “attenta” a riportare ogni vicenda, vera o presunta tale, che riguardi la mia assistita, dott.ssa Maria Grazia Laganà Fortugno.
Ci stupisce però la spregiudicatezza complessiva dell’articolo, fin dal titolo, nel quale si riferisce del “processo per diffamazione dell’ex parlamentare” avendo cura di non citare il nome dell’imputato.
Ci stupisce, soprattutto, che in un processo nel quale i giudici sono chiamati a stabilire se le affermazioni del Mammoliti abbiano leso l’onorabilità della dottoressa Laganà Fortugno, il giornalista abbia trovato spazio quasi esclusivamente per riportare le stesse dichiarazioni diffamatorie rese in udienza dall’imputato medesimo.
Il Suo giornale non ha fatto altro che amplificare la portata lesiva delle dichiarazioni del Mammoliti, peraltro del tutto irrilevanti in un’udienza dedicata all’ascolto della parte civile.
Ci sembra un modo estremamente parziale e, ce lo consenta, poco professionale, di informare i cittadini che leggono la Sua testata.
Infatti, mentre l’esame della parte civile durato circa un’ora è stato liquidato in tre righe, le dichiarazioni spontanee dell’avv. Mammoliti, esauritesi in pochi minuti, sono state messe in risalto.
Nel merito, intendiamo ribadire, ove necessario, che l’assoluta estraneità da rapporti o ambienti criminosi della dott.ssa Lagana’ Fortugno è stata acclarata dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Reggio Calabria quale vittima innocente della criminalità organizzata, oltre che dall’Autorita’ Giudiziaria. Costanti verifiche in tal senso vengono anche ripetute ogni sei mesi per il mantenimento della tutela a cui è sottoposta.
Semmai, l’imputato Mammoliti farebbe bene a occuparsi delle vicende giudiziarie che lo hanno riguardato recentemente e che si sono concluse con la sua condanna per favoreggiamento, pena comminata nell’ambito del processo “Mandamento” contro la ‘ndrangheta della fascia jonica reggina.
Infine, qualificare quali “beghe politiche” (inesistenti), almeno per l’odierna parte civile, molteplici atti diffamatori e una vera e propria campagna di stalkeraggio appare assai riduttivo e pericoloso nei confronti della dottoressa Laganà Fortugno, moglie di una vittima della ‘ndrangheta e, più in generale, tale comportamento esprime una grave sottovalutazione dei numerosi episodi che hanno esasperato la mia assistita, fino a indurla ad adire l’autorità giudiziaria per veder tutelata la propria serenità e per salvaguardare il buon nome della propria famiglia.
Nel sollecitare una maggiore attenzione e imparzialità nell’esercizio delle funzioni giornalistiche, si richiede la pubblicazione della presente, ai sensi della legge sulla stampa, per intero e con la medesima evidenza dell’articolo riguardante le affermazioni del Mammoliti.
Distinti saluti.
Felice Centineo”.
Fin qui la replica dell’avvocato Centineo, pubblicata integralmente nonostante la stessa non contesti nè la veridicità dei fatti oggetto del nostro pezzo, nè la loro rilevanza pubblica e nemmeno la continenza del linguaggio usato.
Ci sono solo delle considerazioni – per la verità piuttosto gratuite e infondate – sulla professionalità dello scrivente che, per sua fortuna, può contare sul giudizio e la capacità di discernimento dei numerosi lettori di questa testata, che evidentemente conoscono la storia personale e professionale di chi la dirige e di chi ci collabora.
direttore@lentelocale.it
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