RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Colgo l’occasione e l’assist del Sen. Crinò per catapultarmi in considerazioni che pervadono il mio pensiero politico ormai da tanto tempo. Tanti gli spunti forniti ma d’altronde ai “vecchi” socialisti non mancavano e non mancano di certo gli argomenti. Per quanto mi riguarda chi ha respirato aria socialista e vissuto all’ombra di un Partito che voleva e per molti versi è stato una roccaforte riformista non può che vivere un disagio ideologico politico. Non mi soffermerò a discutere di legge elettorale, il costringere le molte anime socialiste a fare una scelta di campo ha determinato il colpo mortale ad un’identità importante che sanciva una diversità di “genere”. Nelle riflessioni dei socialisti che siano di destra o di sinistra rivedo un percorso comune, traspare una storia unica che si riversa nei contenuti politici. Non c’è da stupirsi quando il Sen. Crinò elenca i molti comuni guidati da storie socialiste. Una classe dirigente capace di andare oltre steccati ideologici che rappresentavano un freno per altri, capace di avere visioni lungimiranti che altri non avevano, capace di sintesi politica che altri sognavano non poteva che venire fuori e affermarsi nelle proprie comunità. Ipotizzare un tracciato politico unitario, come dice il Sen. Crinò, sarebbe naturale e stimolante ma nell’articolo stesso dell’ ex parlamentare socialista c’è un passaggio che nasconde il freno a questo percorso. Quando giustamente si dice che “chi ha una postazione nelle Istituzioni sopporta meglio la sofferenza per la frammentazione” si evidenzia, secondo me, il limite che può avere questo percorso comune tanto agognato. Contestualizzare nel sistema elettorale questa volontà politica diventa un compito arduo che si scontrerà con gli orticelli coltivati da piccoli “agricoltori” senza alcuna pretesa di diventare “imprenditori agricoli” di ampio respiro. Sicuramente c’è la nostalgia ad infiammare la passione e quindi la componente del cuore ma le gambe e la testa, seppur presenti, dovrebbero correre e sforzarsi di vedere nel mancato raccolto di una stagione (per tornare all’orto) la possibilità di coltivare un campo che non può che dare buoni frutti. Sono molte le posizioni interessanti da seguire, dalle passate spinte riformiste di Renzi forse affievolite all’attuale agenda politica di Calenda che seppur limitata appare di sicuro interesse, dai moderati di Forza Italia fino ad arrivare alla formazione della Bonino. Il PD, a mio avviso, appare oggi come un ecomostro intorno al quale si può fare un intervento di riqualificazione urbanistica oppure semplicemente su cui si può programmare una demolizione controllata e assistita. Gli scenari potrebbero cambiare. Devo dire con sincerità che non mi appassiona più la ricostituzione del Partito Socialista (e lo dico con la tristezza nel cuore) ma mi appassionano molto di più “i caratteri del riformismo, del garantismo, delle politiche del lavoro e di difesa dei diritti che danno l’evidenza della formazione socialista”, quei caratteri che oggi sembrano smarriti in un appiattimento culturale – politico che non riesce a smuovere le coscienze neanche davanti a fatti gravi come quelli che stanno coinvolgendo la magistratura. Come ultimi baluardi di una libertà perduta (o quasi) non possiamo sottrarci dal fornire il nostro contributo per affermare i contenuti che da sempre caratterizzano la diversità e l’identità socialista. Se gli obiettivi sono condivisi e fortemente voluti al contenuto seguirà il contenitore…..e non mancheranno gambe, teste e cuore. Francesco Pisano