di Gianluca Albanese
SIDERNO – All’indomani dell’ufficializzazione delle candidature alla Presidenza della Giunta Regionale di Nicola Irto per il Pd e Roberto Occhiuto per il centrodestra, che si aggiungono a quella di Luigi De Magistris, espressione di DeMa, Tesoro Calabria e altre realtà del mondo civico e della sinistra calabrese, il capogruppo della Casa delle Libertà a palazzo Campanella Giacomo Crinò si sofferma nella nostra redazione per compiere la propria analisi della situazione politica nazionale e regionale, con particolare attenzione sui rimedi da adottare per il nostro comprensorio.
“Il quadro politico – esordisce Crinò – si rimette in moto con il governo Draghi e con la ripetizione (anche del risultato, dicono i pronostici), a distanza di un anno, dopo la dolorosa scomparsa di Jole Santelli, delle elezioni regionali. È una fase nazionale nella quale i partiti potranno ritrovare forza e terreno sui progetti, posto che il Premier intenderà prosciugare le polemiche tra chi sta insieme al governo”.
Da Roma alla Calabria il passo è breve.
“In Calabria, le compagini guidate da Irto e da De Magistris sono la conseguenza dei reciproci e severi giudizi politici che si attribuiscono. La coalizione del centrodestra mette, invece, a frutto la sua unità. Riduce – dichiara il consigliere regionale – le differenze a livello nazionale con i punti di programma che riguardano il nostro territorio e con quanto vi è già di impostato nella esperienza che stiamo facendo. Abbiamo avuto modo di dirlo più volte: con gli alleati, in Regione, contano più le cose che si fanno insieme che quelle che si dicono”.
L’ottimismo per il risultato elettorale lascia spazio alle idee di sviluppo per la nostra regione.
“La Calabria – dice il capogruppo della Casa delle Libertà – deve entrare nel circuito economico nazionale ed europeo, cosicché la Statale 106 non diventi “un’altra” infrastruttura (fatto “normale” nel nord del Paese) per far guadagnare tempi di percorrenza, ma “la” infrastruttura che lo permetterebbe. E il Recovery Plan non deve tralasciare questa urgenza. La riqualificazione della Sanità consentirebbe di ridurre la mobilità passiva, che appesantisce i conti, oltre che valorizzare, ovviamente, i presidi e le professionalità regionali. Potersi curare con garanzie non significa poterlo fare “sotto casa”, ma poter contare su di un sistema sanitario zonale e provinciale “completo”. Nelle scuole, sicurezza ed apprendimento, debbono andare a braccetto. Con la pandemia in corso non possiamo rinviare le misure di sicurezza ambientale, ma la preparazione dei nostri studenti si deve garantire con lo svolgimento reale (nelle modalità consentite) delle ore programmate”.
Ovviamente, non può mancare una valutazione di quelli che potranno essere gli sbocchi occupazionali di determinate scelte politiche
“Tutto questo – si domanda Crinò – , ovvero transizione ecologica, opere, manutenzione, formazione, non domanda lavoro, non “prepara” al lavoro? Certo che sì. La provincia di Reggio Calabria può correre il rischio della marginalizzazione, ma, anche, essere “contesa” per la bellezza dei luoghi, gli investimenti per i quali ha gli spazi. Lo sviluppo della città capoluogo, specie in una logica di Città Metropolitana, si deve realizzare in maniera collegata al territorio provinciale. Non possiamo rimanere in questa sorta di incertezza permanente, ma dobbiamo trovare presto, insieme, i rimedi. Percorsi comuni paesaggistici ed archeologici – stiamo subito costruendo nella Locride quello Romano – servono a superare, quanto meno come enti territoriali, la disunità che ci penalizza. I progetti di alternanza Scuola-Lavoro per preparare i giovani vanno fatti anche con istituti di fuori regione: si veicolano conoscenze e scoperte”.
Resta il tempo per una battuta finale.
“Mimmo Nunnari ha scritto bene “Non c’è bisogno di passaporto o lasciapassare per venire al sud”. I pregiudizi fanno perdere una realtà che contiene luoghi incantevoli e persone sane. Ma noi – conclude Crinò, congedandosi – dobbiamo dimostrare di averle sempre queste cose!”.