di Gianluca Albanese
SIDERNO – Il sorriso garbato che ne costituisce da sempre il tratto distintivo, l’abbraccio dei colleghi e collaboratori e un monito: “la scuola senza cultura perde la sua anima”. Vito Pirruccio ha concluso la sua quarantennale carriera di dirigente scolastico con una partecipatissima cerimonia di commiato nella sala convegni dell’istituto comprensivo “Siderno-Agnana”, tenutasi ieri pomeriggio, alla presenza del vescovo della diocesi di Locri-Gerace Mons. Francesco Oliva, del sindaco di Agnana Giuseppe Lupis, dell’assessora alla Pubblica Istruzione della Città di Siderno Francesca Lopresti, e di quel mondo della scuola che gli ha tributato una grande manifestazione di stima e affetto.
In piedi, davanti al leggio come si conviene a un consumato oratore, Pirruccio (affiancato dalla Dsga Carmen De Luca e dall’insegnante Rosanna Massara) ha donato a tutti i presenti una copia del suo libro “Al giro di boa” in cui sono condensati “40 anni vissuti nella scuola calabrese tra incursioni culturali, proteste e proposte”. Figli e nipoti fuori sede collegati in videoconferenza, Pirruccio ha ringraziato proprio tutti, dal personale scolastico ai collaboratori, dalle istituzioni scolastiche alle Forze dell’Ordine, ricordando i tempi degli esordi e la figura fondamentale del preside Carmelo Filocamo “dal quale – ha detto – tutto è partito e che ci aprì delle porte per noi inimmaginabili”. La gratitudine è stata estesa “a chi mi ha saputo correggere – ha ammesso – senza farmelo pesare” e al compianto Davide Macrì “alunno difficile che mi ha insegnato tanto perché non bisogna mai dire a un ragazzo che sarà un fallito”. In sala il fratello Ercole, già assessore alla Cultura del Comune di Siderno, visibilmente commosso.
Ha altresì riconosciuto che “da un lato mi dispiace lasciare con un anno di anticipo ma d’altro canto non rimpiango la scelta fatta” anche perché, come ha spiegato “la mia era una categoria assai prestigiosa ma ora il dirigente scolastico è diventato un capro espiatorio”. Quindi ha illustrato il contenuto del libro partendo da tre lettere inviate ad altrettanti colleghi: due condannati per responsabilità oggettiva “senza avere alcuna specifica colpa su quanto accaduto” e uno al dirigente dell’istituto comprensivo di Bianco Sebastiano Natoli “aggredito barbaramente e ancora in attesa di giustizia, visto che dopo quattro anni dai fatti ancora non è stata fissata la prima udienza del processo a carico dei responsabili”.
Non sono mancate altre riflessioni pubbliche, dalla legge 104 a tutta una serie di incongruenze del mondo della scuola attuale che – ne siamo certi – continuerà a fare con ancora maggiore entusiasmo, da presidente dell’associazione “I care”.
E, come ogni festa che si rispetti, alla fine ha scartato i numerosi regali brindando nel ricco buffet predisposto in corridoio. Non inganni l’effetto serra della sala conferenze che superava i 40°: ciò che ha riscaldato i cuori dei presenti è stato soprattutto il calore umano verso un uomo che dalla scuola ha ricevuto tanto, dandole tantissimo.