di Gianluca Albanese
LOCRI – Al termine della requisitoria del processo a carico di due medici dell’ospedale di Locri, che si sta celebrando al tribunale di Locri a carico di due medici del Pronto Soccorso del locale ospedale, Antonio Muscari e Vincenzo Speranza, rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo dopo la morte, avvenuta il 23 agosto del 2009, della piccola Sara Sarti, di appena 4 anni, in seguito a un grave choc settico, il Pubblico Ministero Federica Riolino ha chiesto l’assoluzione di entrambi i medici, difesi dagli avvocati Emanuele Procopio e Vincenzo Nobile (per la difesa di Muscari) e Giancarlo Tropeano (per la difesa di Speranza).
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Un orientamento, quello del Pubblico Ministero, che di fatto riabilita i due medici di Pronto Soccorso e che è frutto di quanto emerso durante la fase dibattimentale del processo con rito ordinario che si sta celebrando davanti al Giudice Concettina Garreffa.
Va ricordato, a onor del vero, che era stata preliminarmente chiesta l’archiviazione della posizione dei due medici, prima dell’imputazione coatta di entrambi voluta dal Gip mentre era stata archiviata la posizione dei medici di continuità assistenziale Mustaca e Cilione.
La morte della piccola Sara, avvenuta dopo il ricovero all’ospedale di Locri, e dopo che i medici del Pronto Soccorso ne disposero il ricovero in pediatria a causa dei forti dolori addominali accusati dalla giovanissima paziente, aveva avuto un grande risalto mediatico, visto che in molti ipotizzarono un caso di malasanità, avvenuto durante un periodo di vacanza della famiglia Sarti a Casignana, luogo di residenza dei nonni materni e paese di origine della madre della povera bambina.
La decisione del Pm, tra l’altro, fa il paio con l’assoluzione della pediatra Maria Teresa Sabatino, durante il processo celebrato con rito abbreviato, e l’archiviazione della posizione di altri medici che vennero in contatto in quei giorni con la piccola Sara, tra cui il dottore Celentano.
Come si ricorderà, la piccola Sara venne visitata, dopo l’accoglienza al Pronto Soccorso, nel reparto di Pediatria, laddove la dottoressa Sabatino ne dispose le dimissioni, non ritenendo necessario il ricovero, e la rimandò a casa, dove morì il giorno dopo.
Il dibattimento del processo celebrato con rito ordinario, è stato caratterizzato da numerose testimonianze e perizie, dalle quali è emerso che la causa del decesso della piccola Sara sarebbe dovuta a una miocardite virale (malattia giudicata non diagnosticabile dalle difese) invece della polmonite, che era invece la causa ipotizzata dai periti dell’accusa.
Ora, dunque, la posizione dei medici Muscari e Speranza sembra incanalata verso l’assoluzione, anche se bisognerà attendere il prossimo 24 marzo, quando si darà spazio alle arringhe degli avvocati Procopio, Nobile e Tropeano, e alla successiva sentenza.