di Francesco Gentile
Egregio Direttore,
negli ultimi giorni con molto piacere e moltissima nostalgia ho avuto modo di leggere alcuni articoli apparsi sul tuo giornale che parlano, della necessità che oggi avrebbero non i gruppi Socialisti, ma l’Italia di dotarsi di un Partito Socialista, degno di essere considerato tale. Leggendo le opinioni di gente molto più esperta e preparata di quanto lo possa essere io, mi sono ritornate in mente molte immagini della mia adolescenza, durante la quale ho cercato di dare il mio umile, piccolo e modesto contributo anche in politica. Ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo nel lontano 2004 grazie ad un piccolo partito che allora si chiamava SDI ( Socialisti Democratici Italiani), che non era altro che una delle tante fucine di idee garantiste e progressiste che erano nate dopo lo scioglimento, frettoloso e pseudo-giustizialista del ben più noto PSI. Lo SDI (al pari di tanti altri partiti socialisti) a livello nazionale non era che un piccolo partito che sopravviveva appena sopra la soglia di sbarramento, che allora era del 2%, ma io ero stato fortunato, anzi fortunatissimo, ero nato nella regione del Sud più Socialista di tutte, ero nato a Siderno che ne era una delle roccaforti storiche, per giunta un allora giovanissimo dirigente, che 12 mesi dopo la firma della mia prima tessera della FGS (Federazione dei Giovani Socialisti) veniva eletto al Consiglio Regionale puntando proprio sui giovani e sul loro entusiasmo con il suo di entusiasmo mi aveva coinvolto in quello che per me sarebbe divenuto un grande percorso di crescita umana e personale. Dal 2004 al 2010 la sede del partito per noi giovani era una palestra di vita, frequentata anche da tanti ed illustri socialisti della prima ora che dopo tangentopoli avevano avuto il coraggio della dignità di non cambiare partito o coalizione, permettendo così agli ideali ed ai valori socialisti di sopravvivere e di arrivare anche a noi giovani. Il mio partito socialista a differenza di altri partiti non clonava uomini e donne (oggi quando sentiamo parlare esponenti politici locali e nazionali sembra che tutti dicano le stesse cose) il partito socialista era una palestra di vita che li forgiava gli uomini e li preparava, non per fargli leggere il pubblico discorsi preconfezionati (aimè pratica diffusissima ai giorni nostri) ma li preparava per la vita a 360° 365 giorni l’anno. Noi giovani dal preparare la colla per i manifesti al parlare di fronte a platee di centinaia a volte anche migliaia di persone, passando per la preparazione dei nostri interventi (i nostri discorsi ce li preparavamo noi) eravamo formati per d’avvero. Il gruppo politico-giovanile socialista in quegli anni si ricoprì di gloria e vittorie, le elezioni universitarie e quelle per il consiglio intercomunale dei giovani della Locride del 2006, le elezioni universitarie del 2008, le elezioni per gli organi studenteschi sul territorio, l’elezione di molti consiglieri comunali in numerosi comuni del comprensorio e della provincia e potrei anche proseguire. Purtroppo però un piccolo partito seppur dal passato glorioso in Italia per sopravvivere deve sempre fare alleanze che spesso finiscono per snaturare il partito stesso, quando a livello nazionale non hai un segretario dalla forte personalità finisci per essere scalzato e dimenticato. Questo è quello che è successo al nostro di partito. Oggi gli anni sono passati e purtroppo tanti dei nostri formatori non sono più tra noi, oggi la politica è più confusa che mai, perché oggi tanti partiti non formano dirigenti li clonano ,parli con dieci esponenti di partito e tutti ti rispondono con le stesse parole anche se hanno età diverse . Stando così le cose se non si riparte subito con un grande progetto socialista e progressista rischiamo seriamente di non avere un domani, non come socialisti ma come italiani. Personalmente sono convinto di essere diventato la persona che sono anche grazie agli anni di formazione umana e personale che ho ricevuto negli anni del partito Socialista. Il mio era un piccolo partito tenuto in piedi dal grande cuore dei suoi dirigenti, non era un partito ricco e strutturato, ma era un partito vincente, perché formava uomini e gli insegnava a non arrendersi mai. Noi ragazzi della giovanile insieme eravamo come una falange romana, ed oggi anche se in alcuni casi ci ritroviamo ad operare isolati ed in contesti difficili non ci scoraggiamo, anzi ci galvanizziamo, oggi noi ex giovani socialisti siamo come dei soldati con grandi capacità di adattamento, tattiche, tecniche e con una spiccata dote alla risoluzione dei problemi, questo perché da sempre siamo abituati a portare il risultato a casa contro ogni pronostico. Probabilmente è anche grazie questo spirito, che dopo quasi 10 anni trascorsi fuori, sono tornato ad impegnarmi a livello personale nel sociale per la mia comunità. Oggi dopo qualche anno sono arrivati anche i primi risultati. Magari se ieri io fossi stato un semplice clone proveniente da un partito ricco e grande non mi sarei neanche cimentato in questa importantissima sfida contro il destino, per contribuire alla crescita ed allo sviluppo della terra più bella del mondo, la nostra Locride. Nel 2020 il grande rischio a livello giovanile è che in assenza di partiti di riferimento, molti 16enni che in futuro potrebbero dare il loro fattivo contributo per la crescita del territorio e della nazione si allontanino nauseati da una politica che sempre più povera di contenuti e ricca di sterili ed inutili personalismi tende a clonare e ad omologare i giovani e non a forgiare gli uomini di domani. Per accendere una fiammella di speranza c’è la necessità di ritornare alla politica vera, nella quale un rinnovato partito socialista (magari formato dalle tante brave e preparate personalità che prima e molto meglio di me hanno trattato la questione sul tuo giornale) potrebbe essere uno degli attori principali.