di Antonio Baldari
“Tra Landini-Bombardieri e Sbarra è gelo, il sindacato è spaccato: lavoratori sull’orlo di una crisi di nervi”; titolavamo così il 16 novembre dello scorso anno, e quindi poco meno di cinque mesi fa, nell’apertura di un servizio pubblicato sul Nostro Giornale per dire come si era già avuto sentore, all’epoca, dello strisciante braccio di ferro all’interno del sindacato italiano.
E per dire, in ultima analisi, come quella che può essere definita, ormai, una vera e propria “crisi”, affondi le proprie radici in tempi piuttosto lontani non capendosene francamente l’utilità, volendo effettivamente chiedere: cui prodest? A chi giova tutto questo? Perché, a ben guardare ed a ben leggere, non si contano quasi più i battibecchi e i controbattibecchi; le sterzate e le controsterzate; i moniti ed i contromoniti lanciati oggi e domani pure da Landini verso Sbarra e, in direzione opposta, da Sbarra verso Landini con Bombardieri messo in mezzo a fare da paciere.
Che apparentemente è un compito facile ma che poi facile non è: “Ci può stare un momento di vedute ed opinioni diverse all’interno di un confronto su problematiche delicate come quelle che hanno riguardo al lavoro” – ha provato a smorzare i toni piuttosto accesi il leader della UIL, cercando di condurre la discussione su un binario di serenità, comunque evitando di gettare benzina sul fuoco visto che, come detto poc’anzi, non si capisce a chi possa essere utile un atteggiamento di questo tipo. Che, si badi bene, non è “un momento”, come ha sottolineato il sindacalista dell’Unione Italiana Lavoro, qui si tratta di mesi che si va avanti a schiaffoni pesanti, da una parte e dall’altra, senza che se ne ravvisi la luce per la tanto agognata uscita dal tunnel; insomma quando da una parte si dice “Forse Landini è stato vittima di un colpo di sole” (da Sbarra), e poi “Chiedete a chi non si ferma neanche di fronte ai morti” dall’altra (da Landini), beh, ci si vorrebbe dire che è solo “dialogo e confronto”? Pensiamo proprio di no!
Con tutto ciò che ne consegue a tutto svantaggio dei lavoratori, sempre di più sull’orlo di una crisi di nervi e, in special modo, in crisi viste le tante problematiche, irrisolte, legate al lavoro. Di anno in anno sempre uguali, tristemente uguali.