di Gianluca Albanese
SIDERNO – “Ho convocato per domani – oggi per chi legge – un consiglio d’istituto perché è mia intenzione iniziare l’anno scolastico il 17 settembre e non il 24 per come previsto dalle disposizioni ministeriali. Dopo sette mesi di stop delle attività scolastiche in sede per via del coronavirus sembra che l’opinione pubblica sia concentrata solo sulla chiusura delle discoteche e sul calcio e invece la scuola deve tornare al centro del dibattito pubblico”.
Vito Pirruccio, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Siderno-Agnana” (e presidente dell’associazione “I care”) intervenuto ieri sera alla cerimonia di consegna delle borse di studio a quattro studentesse di Agnana e Canolo da parte del gruppo consiliare “Insieme per crescere”, non usa mezzi termini per ribadire un concetto già espresso in una lettera indirizzata a un organo di stampa, della quale riportiamo i passi più significativi.
“Trovo disarmanti – ha scritto Pirruccio – le motivazioni addotte (avere tempo per organizzarsi; interventi strutturali; fornitura di banchi monoposto), come se non sapessimo da mesi cosa fare e quali interventi operare per consentire ai nostri ragazzi di rientrare a scuola.
Mentre le altre Regioni (tranne la Puglia) avvertono la necessità responsabilmente di iniziare il 14 settembre come da decreto del M.I., la Calabria (ultima nelle prove INVALSI; ultima per capacità di inclusione; al primo posto per tassi di dispersione; ecc.) si presenta candidamente all’opinione pubblica nazionale con l’ennesimo bigliettino da visita del ritardo e della vacanza prolungata! Senza contare che agli striminziti 202 giorni di scuola andranno tolti, nei Comuni in cui si voterà per il rinnovo delle amministrazioni locali, altri 3 giorni di scuola (6 giorni nei Comuni soggetti a ballottaggio) facendo, così, scendere la quota sotto la soglia minima dei 200 giorni richiesta dalla normativa vigente. E mettiamo già in conto le “inevitabili” chiusure per allerta meteo divenute, ormai, un classico della nostra proverbiale cultura della prevenzione dei rischi.
Ricordo per sommi capi che la scuola italiana ha chiuso nei periodi critici della nostra storia nazionale: dal 7 al 18 gennaio 1942 per risparmiare carbone necessario allo sforzo bellico, ma con “recupero nei mesi più caldi”; nell’inverno del 1943 sempre per la scarsità di carbone, questa volta senza recupero delle lezioni perse durante l’anno, ma nel mese di febbraio 1943 gli alunni rientrarono in classe normalmente; nell’ultimo anno scolastico di guerra le scuole ripresero normalmente, tranne nelle città sottoposte a bombardamento.
Anche noi siamo alle prese con un nemico “da guerra”, ma le nostre armi, mi pare, siano il pressapochismo e la superficialità. E, di questo passo, l’orizzonte mi appare a tinte fosche!
Cordialmente, F.to prof. Vito Pirruccio – Dirigente Scolastico e Presidente dell’Associazione “I Care! Di Siderno (RC)”.
Ma non solo.
Nell’economia globale della scuola, Pirruccio ricorda che influiranno anche le consultazioni elettorali e referendarie in programma nel prossimo autunno per le quali un utilizzo – come di consueto – degli istituti scolastici per i seggi, ridurrebbe ulteriormente un calendario già di per sé scarno.
Per questo, il dirigente scolastico ha inviato, nei giorni scorsi, una PEC alla Commissione Straordinaria al vertice del Comune di Siderno e al Ministero dell’istruzione per invitare a utilizzare locali alternativi “Anche – ha detto Pirruccio – in un bene confiscato alla mafia, purchè si lascino liberi i locali della scuola”.