di Mario Murdolo
Mancano pochi giorni per le celebrazioni della giornata della memoria che avviene tutti gli anni il 27 gennaio. per ricordare la triste e terribile e vergognosa pagina dell’olocausto. E’ stata scelta questa data perché proprio il 26 gennaio del 1945 le truppe dell’armata rossa liberarono il campo di concentramento di Aushwitz. Le truppe sovietiche furono le prime a scoprire, grazie pure alle testimonianze dei detenuti superstiti l’orrore e la crudeltà del genocidio nazista.
L’Italia si è subito adeguata alla decisione dell’Onu di stabilire la data del 27 gennaio come ricordo dell’olocausto nazista per non dimenticare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei e i tanti italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia e la morte. In occasione di questa ricorrenza in quasi tutti i comuni italiani e nel mondo, si organizzano cerimonie, iniziative, incontri e occasioni di riflessione con il coinvolgimento significative delle scuole, perché è importanti che le nuove generazioni conoscano le atrocità, le violenze, umiliazioni e stermini causati dall’odio nazista e acquisire la consapevolezza e la speranza che simili eventi non dovranno più accadere.
Ricordo, dai racconti narrati da mio suocero, che subì le conseguenze dell’olocausto. Deportato, giovanissimo, in un campo di sterminio venne sottoposto a pesanti e insopportabili lavori in una condizione di grande debolezza a causa di una lunga denutrizione. E proprio grazie ai bombardamenti delle milizie sovietiche ne uscì incolume da questa immane tragedia. Fece rientro a casa con mezzi di fortuna ed era così scheletrito che i familiari a stento lo riconobbero. Qualche anno fa dopo la sua morte, la Prefettura di Firenze consegnò agli eredi una medaglia alla sua memoria. Lo sterminio nazista fu l’evento più tragico, sanguinoso, aberrante e atroce della storia dell’umanità, anche perché nella sua azione distruttiva e razzista ha coinvolto persino donne e bambini innocenti. Tutte le numerose iniziative del 27 gennaio riusciranno a riconfermare il ripudio della guerra come strumento per risolvere i conflitti e le controversie tra le nazioni per capire che l’uomo pensante in questi casi deve usare il potere della ragione, del dialogo e della diplomazia.
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