di Gianluca Albanese
SIDERNO – L’Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria non ha saldato le fatture emesse dallo Studio Radiologico di Siderno dal mese di marzo 2019 in poi e la struttura convenzionata di via Enrico Fermi rischia seriamente di cessare le proprie attività e di vedersi costretta a licenziare, di conseguenza, i propri dipendenti.
E’ questo il motivo per il quale i sindacati confederali dei lavoratori hanno indetto un’assemblea che avrà luogo lunedì 23 dalle 13.30 alle 14.30.
Insomma, la soluzione è assai grave per una struttura sanitaria convenzionata che da decenni eroga prestazioni di eccellenza in un comprensorio, come quello della Locride, nel quale di certo non abbondano i presidi.
A nulla è valsa la diffida inviata dal legale della società (il docente universitario Antonio Saitta) alla Commissione Straordinaria a capo dell’Asp di Reggio Calabria lo scorso 9 settembre, che riportiamo integralmente.
“Formulo la presente nell’interesse dello Studio Radiologico S.R.L. con sede a Siderno, Via E. Fermi, 107, il cui legale rappresentante, Dr. Giacomo Pietro Crinò, Presidente del Consiglio di amministrazione, sottoscrive per ogni effetto di legge.
Com’è ben noto a codesta Spett.le Azienda, lo studio Radiologico S.r.l. gestisce una struttura di eccellenza, leader nel comprensorio della locride per l’erogazione di prestazione sanitarie e socio sanitarie per la quale è titolare di autorizzazione ed è accreditato con il Servizio Sanitario regionale.
Ha sottoscritto con codesta Spett.le A.S.P. il contratto/accordo per l’erogazione delle prestazioni sanitarie e socio sanitarie per conto e a carico del S.S.R. nel 2019 per un budget di € 5.788.923,00.
Lo Studio eroga circa 103.000 prestazioni l’anno sul territorio di riferimento, così contribuendo significativamente al raggiungimento degli obiettivi del Piano Sanitario Regionale. Ha alle proprie dipendenze oltre 100 dipendenti ed intrattiene rapporti a contratto di consulenza con 11 medici specialistici nei settori della radiologia e radioterapia nonché dell’anestesia e rianimazione.
È parimenti noto alle SS.LL., anche per la risonanza mediatica della vicenda, che lo Studio radiologico S.R.L. è stato raggiunto nello scorso mese di maggio da un provvedimento di sequestro preventivo disposto dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, nell’ambito del procedimento n. 5056/2018 R.G.N.R. – 2017/2018 R.G. G.I.P. promosso dall’Ufficio del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, nel quale si ipotizzano ipotesi di reato di falso e truffa a carico del S.S.R. per duplicazioni di pagamenti relativi a prestazioni effettuate negli anni 2000-2010, regolate da un atto transattivo stipulato nel 2015 ed oggetto di rapporti di Factoring.
Per tale ragione è stato disposto il sequestro di beni mobili (segnatamente, giacenze attive presso vari conti correnti bancari) per l’importo di € 4.020.225,75 a garanzia dell’erario per il danno che si assume sia stato arrecato.
Ovviamente lo Studio Radiologico contesta ogni accusa e sta approntando ogni opportuna difesa per dimostrare l’assoluta infondatezza delle ipotesi accusatorie in quanto frutto dell’erronea lettura della complessa documentazione contabile.
Successivamente all’adozione del richiamato provvedimento cautelare, codesta Spett.le Azienda ha regolarmente corrisposto, così come previsto in contratto, gli importi dovuti per le prestazioni erogate nelle mensilità di gennaio e febbraio 2019.
Da ultimo, però, lo Studio Radiologico è venuto a conoscenza che con atto dirigenziale 4 settembre 2019, n. 1051, si è proceduto come di consueto alla “Validazione prestazioni di specialistica ambulatoriale erogate nel mese di maggio 2019 dalle Strutture Private Accreditate firmatarie di contratto” per la liquidazione delle stesse. In tale provvedimento, tuttavia, si fa menzione della delibera commissariale 27 giugno 2019, n. 322, “con la quale si prende atto del procedimento in
parola […] e la consequenziale nomina di un legale sterno, in attesa di ulteriori determinazioni della Commissione Straordinaria le validazioni delle prestazioni sanitarie saranno oggetto di apposita determina”. A seguito di ciò, non sono state validate, e conseguentemente liquidate le prestazioni erogate dallo Studio Radiologico nel periodo di riferimento. Invero, lo Studio attende i pagamenti sin da marzo 2019.
Alla luce di tutto quanto sopra, il mancato pagamento allo Studio Radiologico delle competenze maturate per le prestazioni erogate nel periodo in oggetto si appalesa del tutto ingiustificato ed arbitrario perché nessuna norma contrattuale o di legge autorizza codesta Spett.le Azienda a non procedere alla liquidazione di quanto in buon diritto del soggetto erogatore.
L’iniziativa dell’Azienda non trova giustificazione neppure ipotizzando un comportamento di cautela a fronte delle accuse che vengono mosse allo Studio Radiologico. Infatti, è stata l’Autorità giudiziaria ad adottare ogni opportuna misura di garanzia per i crediti che, secondo l’ipotesi accusatoria ancora non vagliata in sede processuale, la quale ha disposto il sequestro di somme di denaro per un importo (€ 4.020.225,75) assolutamente sufficiente ad offrire ogni più ampia garanzia all’Amministrazione. D’altronde, è principio elementare del nostro ordinamento che nessuno possa farsi giustizia da sé ma che ogni provvedimento limitativo dei diritti altrui (in questo caso, una specie di autosequestro disposto unilateralmente dall’Azienda per duplicare le misure di garanzia già apprestate in sede penale) debba essere adottato dall’Autorità giudiziaria.
Si consideri, peraltro, che in mancanza dei programmati e indispensabili flussi di cassa, da aggiungersi al sequestro delle giacenze attive presso i propri conti bancari, lo Studio Radiologico dovrà cessare quanto prima ogni attività non essendo possibile sostenere gli enormi oneri aziendali ed ordinati rapporti con il sistema bancario e i fornitori in mancanza degli incassi per le prestazioni erogate. A breve, pertanto, si dovrà procedere al blocco dell’attività assistenziale, con gravissime conseguenze per l’utenza, nonché al licenziamento del personale dipendente il cui mantenimento in servizio è ovviamente legato alla prosecuzione dell’attività.
Inutile evidenziare la gravità dei danni che il blocco dei pagamenti comporta, oltre che sull’utenza e sui lavoratori, sullo stesso Studio Radiologico il quale vede così messa a rischio la sua stessa sopravvivenza a causa di un’iniziativa priva di fondamento giuridico e fattuale.
Quanto sopra premesso e ritenuto, lo Studio Radiologico S.r.l., come sopra rappresentato,
D I F F I D A
codesta Spett.le A.S.P. perché proceda alla immediata validazione e liquidazione delle prestazioni erogate nel mese di marzo 2019 e in quelli successivi, in conformità a quanto statuito dalla legge e dal contratto vigente ed efficace inter partes.
Si riserva, decorsi sette giorni da quello di ricezione della presente senza positivo riscontro, ad agire in sede giudiziaria per ottenere il pagamento di quanto in suo diritto, nonché per il risarcimento di tutti i danni subiti e subendi a causa della condotta dell’A.S.P. ritenuta, per le ragioni sopra esposte, del tutto ingiustificata ed immotivata sotto il profilo giuridico e fattuale.
Confida nella pronta soluzione per via amministrativa della questione.
Distinti saluti.
Dr. Giacomo Pietro Crinò Prof. Avv. Antonio Saitta
Presidente del Consiglio di amministrazione
Studio Radiologico S.r.l.”.
Fin qui la lettera di Saitta.
Fonti vicine alla società, inoltre, riferiscono che il consulente fiscale avrebbe prodotto una perizia con cui – documenti alla mano – si smonterebbe piuttosto agevolmente l’ipotesi accusatoria, e che potrebbe permettere lo sblocco di una somma tale da permettere la prosecuzione dell’erogazione delle prestazioni.
Insomma, è tutto sub judice, ma la società ha avviato da tempo la propria controffensiva, a tutela della permanenza della struttura.
Ne sapremo di più al termine dell’assemblea convocata per lunedì alle 13.30.