di Gianluca Albanese
SIDERNO – Potrebbero esserci, nel futuro, delle novità sulle sorti di quell’immobile incompiuto sito nella metà a Sud del lungomare delle Palme a Siderno, e concepito, cinquant’anni fa, come albergo sul mare. Una costruzione incompiuta da tanti, troppi, decenni, per via di alcune vicissitudini giudiziarie che hanno interessato la società proprietaria. Insomma, se non è un ecomostro, è almeno un pugno in un occhio che da troppo tempo fa mostra di sè.
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Ebbene, la Commissione Straordinaria al vertice del Comune di Siderno ha, con delibera numero 99 dello scorso 14 maggio, dato mandato a un gruppo di legali che compongono uno studio associato di Roma, di valutare la possibilità di esperire l’azione di risoluzione del contratto con la società proprietaria dell’immobile, con conseguente passaggio del palazzo incompiuto alla proprietà del Comune.
L’incarico allo studio romano è teso ad «Acquisire – è scritto nella delibera – un parere pro veritate che possa analizzare gli atti posti in essere all’amministrazione, suggerire il percorso da seguire al fine di evitare che l’Ente possa essere sottoposto ad eventuali azioni giudiziarie da parte di terzi» visto che già il 12 maggio del 2011 il Comune aveva diffidato la società proprietaria dell’immobile a provvedere all’ultimazione dell’opera entro e non oltre il 30 giugno 2011, cosa che, come è evidente, non è avvenuta.
Vale la pena di ricordare che la costruzione, come evidenzia la delibera della Commissione Straordinaria «E’ potuta avvenire mediante la cessione, a mezzo vendita, di superficie di proprietà comunale, con atto di compravendita in data 20-01.1966 – Rep. n. 18044, con tutte le clausole e condizioni previste dalle delibere di consiglio comunale numero 193/64 e 140/65, da considerarsi parte integrante e sostanziale del contratto di compravendita».
«La validità dell’atto di compravendita – è scritto ancora nella delibera commissariale – era subordinata alla realizzazione di un fabbricato da destinare ad albergo, nel termine di anni tre, con possibilità di proroga per successivi anni due, e si stabiliva altresì che, in caso d’inadempienza da parte della società Sit, il terreno venduto sarebbe rientrato nella disponibilità del Comune, comprese le opere eventualmente realizzate senza alcun obbligo da parte del Comune di pagare alcunché e le opere eventualmente eseguite, sarebbero rimaste di proprietà del Comune, proprietario del suolo, in applicazione del principio di accessione».
Quanto basta, insomma, all’Ente per far valere le proprie pretese e magari ridare una prospettiva diversa a un palazzo che in questi cinquant’anni circa in cui è rimasto incompiuto, ha ospitato solo un paio di antenne per la telefonia mobile e un noto clochard sidernese, scomparso da poco.