di Emanuela Alvaro
SIDERNO – Il “fermento politico” in città in qualche modo si sente, ma questo non basta per far riemergere Siderno dal torpore nel quale da tempo, troppo tempo, si è accomodata.
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Succedono fatti gravi, uno dei possibili candidati alla competizione elettorale decide di non andare più oltre, si attende che qualcuno faccia un nuovo passo, ma poco e sicuramente niente di nuovo si scorge all’orizzonte.
La politica o meglio l’ombra della politica di un tempo, di cui Siderno era una degna “madre”, si riunisce in modo più o meno riservato, fa calcoli, in alcuni casi, rari, fa proclami, ma continua a sembrare quello che da tempo è: una questione tra pochi.
Ma di questo chi fa politica si preoccupa e chiede il coinvolgimento dei cittadini, ignari e svogliati nell’apprendere il futuro della città.
La politica si domanda il perché i cittadini non partecipano, ma la risposta non sembra poi così tanto oscura e alla stessa politica gli si chiede se accanto alle riunioni private, privilegio di pochi, non si ricominci, nonostante il 2015 e l’era dei tweet, ad incontrare i cittadini in piazza e a raccontare loro i diversi punti di vista, i programmi, ascoltando quanto hanno da dire e cosa si aspettano dalla prossima amministrazione comunale.
Siderno forse ha bisogno solo di questo, riprendere l’abitudine ad ascoltare le idee di quanti dicono di tenere al futuro di questa città, attraverso un confronto più sincero.