Da Nord a Sud niente e nessuno viene risparmiato in una situazione fuori controllo, per la quale, ormai, le famiglie hanno del tutto preso il sopravvento, ritenendosi i padroni assoluti non solo degli spazi vissuti dai propri figli e dagli insegnanti ma reazionari con assurda violenza al primo richiamo: “Si nota un crescente scollamento tra famiglia e scuola, si può immaginare un intervento di protezione nelle aree particolarmente a rischio” – ha affermato il titolare di viale Trastevere. Sì dall’associazione dei presidi, critici alcuni sindacati ed il movimento dei genitori.
di Antonio Baldari
Bari, Firenze, Roma, Varese e, in ultimo, Reggio Calabria dove soltanto ieri, all’interno di una scuola della città metropolitana, il genitore di un alunno di dodici anni ha stretto le mani al collo di un docente, coordinatore di classe, dopo essere stato convocato a scuola per essere messo al corrente del comportamento scorretto da parte del figlio, peraltro azzuffatosi con un compagno; insomma, non c’è giorno che passi che non venga registrato un nuovo, brutto, episodio di violenza contro i docenti di tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Da Nord a Sud niente e nessuno viene risparmiato in una situazione fuori controllo, per la quale, ormai, le famiglie hanno del tutto preso il sopravvento, ritenendosi i padroni assoluti non solo degli spazi vissuti dai propri figli e dagli insegnanti ma appalesandosi quali soggetti criminali – si ricorda che l’uso della violenza contro un docente è configurato quale “reato di oltraggio a pubblico ufficiale”, per come previsto dalle leggi vigenti – che al primo richiamo reagiscono con assurda violenza, come del resto il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente riportato snocciolando alcuni dati.
Ed invero, il titolare del dicastero di viale Trastevere ha affermato come “Rispetto allo scorso anno, in questi primi 4 mesi e mezzo registriamo un aumento del 111% degli atti di violenza commessi da genitori, parenti, nei confronti del personale della scuola – ha evidenziato Valditara – mentre sono in leggera diminuzione gli atti di violenza commessi da studenti, -11 per cento; si nota un crescente scollamento tra famiglia e scuola” – ha concluso il ministro in una fase di collegamento da remoto con alcuni dirigenti scolastici pugliesi.
Che ha costituito la base di partenza di un ragionamento più ampio, del volere riportare l’autoritarismo nelle scuole, “Ricostruendo l’alleanza fra genitori, famiglie e mondo della scuola, dobbiamo avviare una battaglia innanzitutto culturale” – ha continuato il numero uno della Scuola italiana, salvo poi andare a dare corpo ad una proposta molto forte, sulle pagine di un noto quotidiano romano, e più specificatamente che “Nelle aree particolarmente a rischio si può immaginare una presenza delle forze dell’ordine a protezione di alcune scuole”.
Che la dice lunga sullo stato di tensione che si sta vivendo nel mondo dell’Istruzione dello Stivale, ancorché, proprio in relazione a quest’ultima affermazione del ministro, vada rimarcato come i presìdi delle forze dell’ordine nelle piazze di spaccio, vicino le scuole, già ci sono e, ad ogni buon conto, i numeri dell’organico della polizia non fanno pensare a un possibile dispiego di massa; variegate le reazioni con il sostegno a Valditara arrivato dalle associazioni dei presidi aspettando di saperne di più, mentre qualche sindacato, come la Flc Cgil, ha denunciato il trascurare la complessità del fenomeno; non convinto, infine, neanche il Moige – Movimento italiano genitori – richiamando l’attenzione sul non trasformare le scuole in fortini. Di certo una soluzione va trovata, e molto presto, giacché non si può più andare avanti con questo stato di cose.