R. & P.
Prevale in me e nella compagine di Forza Italia un sentimento di amarezza per la decisione governativa, di cui aspettiamo di conoscere le motivazioni per avere un quadro più chiaro della situazione prodotta dalla maggioranza di sinistra. Ancora una volta la città dovrà subire una riduzione dell’agibilità democratica e un freno al suo sviluppo a causa di ambiguità irrisolte nella gestione amministrativa comunale. Ma non si tratta adesso di infierire sulla condizione della Giunta Fuda, la cui genesi – come si sa – è stata travagliata nonostante l’ampio consenso elettorale. La coalizione di sinistra, infatti, si era frantumata subito dopo la vittoria con l’esclusione del PD e la defezione di qualche consigliere, a riprova dell’artificio su cui si era fondata l’alleanza e della predominanza di un vecchio assetto contro il quale avevo proposto la mia candidatura a sindaco. Osservo solamente che adesso a dover giustificare di fronte all’opinione pubblica i propri comportamenti censurati dal decreto di scioglimento si ritrovano imbarazzati alcuni di quei soggetti politici di sinistra che nel recente passato avevano denigrato la rappresentanza di centrodestra rivendicando la loro purezza.
PIETRO SGARLATO – EX CAPOGRUPPO DI FORZA ITALIA IN CONSIGLIO COMUNALE
Pietro si sarà levato pure un sassolino, ma gli è rimasta una grossa pietra nelle scarpe e non ne avverte il fastidio.
Mi riferisco alla Sentenza della Corte del 2014, n. 8225 nella quale si narra dei fondatori della “Forza” politica nalla quale egli milita. Egli guarda la pagliuzza (ed i sassolini), sempre che questa sia confermata e non la trave; già definitiva.