(foto di Giovanna Lombardo)
R. & P.
Le parole, quelle antiche, quelle sedimentate nelle stratificazioni del tempo e dell’anima dei popoli rappresentano identità, cultura, unione, e diventano narrazione.
A Sant’Ilario dello Ionio, venerdì scorso, nelle sale di Palazzo Speziali-Carbone, “Egò Agapào-Linguaggi narrativi”, un incontro denso di emozioni, di rimandi alle nostre radici, con lo scrittore Gioacchino Criaco e il suo nuovo romanzo, “Il custode delle parole” (Feltrinelli, da poco anche in Tascabile), uscito da pochi mesi, che ha già conquistato i lettori con la forza di una storia antica e moderna, che intreccia passato e presente attraverso il valore eterno delle parole.
L’evento, promosso dall’Amministrazione comunale in collaborazione con il blog di informazione culturale “Apostrofi a Sud”, si è aperto con i saluti del sindaco Giuseppe Monteleone e, a seguire, Gioacchino Criaco ha dialogato con Maria Teresa D’Agostino sui temi del romanzo: la montagna e la difesa dell’ambiente, il lavoro precario, l’amore, la multiculturalità e, appunto, la lingua delle origini.
Sulla lingua grecanica e la necessità di difenderla, di “custodirla”, come evidenzia Criaco nel romanzo, si è poi soffermato in maniera compiuta il professore Salvino Nucera, profondo conoscitore dell’idioma dei greci di Calabria, poeta in lingua, secondo cui il grecanico ha radici antichissime, preesistenti alle colonie magnogreche.
Sul tema dell’uguaglianza sociale negata, sempre presente nei romanzi di Criaco, Ivan Tedesco, appassionato di teatro, ha recitato una sua accurata trasposizione in calabrese della celebre “A livella” di Totò.
Criaco ha poi sottolineato come i protagonisti del “Custode delle parole” si muovano in un contesto di quotidianità semplice, di diffusa identificazione, e per questo più significativa, portatrice di tante storie che danno vita alla grande storia di un popolo: il conflitto tra generazioni, il valore della saggezza e della contemporaneità insieme, in un intreccio di vicende tutte legate dall’amore.
Giuseppe Sgambellone, giovane e talentuoso attore, ha portato il numeroso pubblico presente dentro le pagine e le atmosfere del romanzo, con le letture sceniche a cura del maestro di recitazione e regista Bernardo Migliaccio Spina.
Bravissimo nel toccare le diverse corde interpretative della narrazione, Sgambellone è stato molto apprezzato e applaudito.
Presenti alla serata anche il vicesindaco D’Agostino, l’assessore Managò, la presidente del Consiglio Cinelli e il presidente del Consorzio Alto Jonio reggino Brizzi.
La gestione del service è stata affidata a Gerardo Lione, con il supporto di Buba Drammeh.