RIACE – Il consiglio comunale, nella seduta tenutasi ieri pomeriggio, ha approvato gli equilibri di bilancio, grazie al voto favorevole della maggioranza e del consigliere Valilà, mentre hanno espresso parere negativo i consiglieri di opposizione Trifoli e Campagna, con Salerno che era assente giustificato. Ma non è stata una passeggiata, anzi. Contestuale all’approvazione dell’unico punto all’ordine del giorno, infatti, era la votazione sull’ottemperanza alla sentenza del Tar numero 542/2012, emessa a seguito di un ricorso presentato un anno fa dal gruppo consiliare di minoranza, che ha annullato la deliberazione del civico consesso riacese numero 14 del 27 ottobre 2011, sancendo l’obbligo di riesercizio del potere da parte dello stesso consiglio comunale, da riconvocare per deliberare nuovamente sul riequilibrio di bilancio 2011 per prendere in esame la sussistenza di tutta una serie di poste debitorie, che l’opposizione ha elencato nel ricorso e che sono state rimarcate nel corso della lunga relazione letta in aula ieri pomeriggio. Si tratta, in particolare, «di – si legge nella relazione letta dall’opposizione consiliare – un corposo debito relativo a numerose sentenze di condanna in danno del Comune di Riace, cui è seguita la notifica di atti di pignoramento presso terzi, per importi elevati e non ancora corrisposti ai creditori precedenti». Insomma, l’opposizione, rappresentata, come dicevamo, da Trifoli e Campagna, ha dato battaglia, disegnando un quadro a tinte fosche dei conti comunali che prefigurerebbe una situazione di pre-dissesto dell’Ente con a capo il sindaco Mimmo Lucano e rilevando come la sentenza del Tar 542/2012 «Non sia stata assolutamente ottemperata». Anzi, secondo l’opposizione «Il consiglio comunale di ieri è stato convocato unicamente per l’adozione della manovra 2012, cercandosi (con tale inutile escamottage) di sanare la situazione debitoria attualizzata e non per come esistente e conclamata alla precedente data del 27/10/2011» quando, appunto, furono votati gli equilibri di bilancio del 2011. Ma vediamo in dettaglio le contestazioni della minoranza, che anzitutto definisce la condotta dell’esecutivo Lucano come «spregiudicata gestione dell’avanzo di amministrazione che – sostengono Salerno, Trifoli e Campagna – ha indotto il Tar a non procedere direttamente allo scioglimento del consiglio comunale poichè è stato certificato da parte del sindaco, del responsabile del servizio finanziario e dal segretario comunale (ovviamente – dicono ancora i consiglieri di opposizione – dichiarando il falso e di questo sarà messa al corrente anche la competente Procura della Repubblica) che esso era quantificato come non vincolato in quasi 800.000 euro e quindi disponibile per la copertura di eventuali debiti, contravvenendo ai dettati dell’articolo 187 del Testo Unico sugli Enti Locali». Ma ci sarebbe spazio anche per la sopravvalutazione del residui attivi risalenti ad anni antecedenti il 2007, quantificati in 602.214,34 euro, che l’opposizione definisce non solo di dubbia esigibilità ma inseriti in bilancio per arrivare a un avanzo di amministrazione che non rispecchierebbe il reale stato dei conti comunali. Per questo, i consiglieri di minoranza preannunciano «Il certo ricorso all’autorità giudiziaria per denunciare – hanno detto nella relazione – la mancata ottemperanza alla sentenza del Tar sopra menzionata e interessare la competente Procura della Repubblica della superficiale gestione della cosa comune» tenendo conto che «si sono succedute contrastanti dichiarazioni di alcuni uffici comunali circa l’esistenza o meno di debito fuori bilancio». Proprio così, la relazione dei consiglieri di minoranza denuncia che «deve aspramente contestarsi il parere reso dal revisore dei conti in ordine all’odierna manovra; difatti, lo stesso organo esprime la propria dichiarazione favorevole pur ammettendo che non risulta eseguita la quantificazione dei debiti fuori bilancio alla data del 27 ottobre 2011, come ordinato dal Tar di Reggio Calabria e che il calcolo del debito da riconoscersi per le sentenze emesse e notificate in danno dell’Ente è stato effettuato mediante “campionatura”». In particolare, l’opposizione contesta che «emerge la volontà di approvare una parte dei debiti fuori bilancio per soli 158.192,47 euro» di cui si tiene conto solo di 261 sentenze di condanna subite a seguito della vicenda “autovelox” a fronte dei 1064 giudizi definiti di condanna dell’Ente e che «le restanti sentenze, ed al di là delle impugnazioni proposte, alla data del 27 ottobre 2011 non erano state transatte e/o conciliate». Un’ulteriore osservazione della minoranza, che si è detta pronta a informare la Procura della Repubblica, riguarda il fatto «che numerosi professionisti, nei giorni scorsi e con fax diretti all’associazione “Città futura” neppure protocollati agli atti dell’Ente, abbiamo manifestato la volontà di stralciare il contenzioso in essere con il Comune di Riace. Appare evidente – è scritto nella relazione della minoranza – che si tratta dell’ennesimo – disperato – tentativo di salvare il salvabile: purtroppo, detti accordi, anzi approcci, si riferiscono a un periodo temporale successivo al 27 ottobre 2011 e, pur significando un potenziale beneficio per il Comune, non possono ostare alla necessità di riconoscere le decisioni lì menzionate (circa 150) tra il novero delle pronunce che occorre – per come sopra esposto – qualificare e riconoscere quali debiti fuori bilancio». La relazione di Trifoli, Salerno e Campagna, poi, elenca una serie di debiti fuori bilancio da riconoscere a fornitori di beni e/o servizi, e un’altra serie di debiti, tra cui l’esposizione per gli eventi alluvionali del 2008 e 2009, per il festival dell’accoglienza e della legalità del 2010 coi costi per il concerto dei Nomadi che secondo la minoranza in Consiglio «si è cercato di coprire» «con “promesse di contributo” allegramente e colpevolmente inserite in bilancio dall’amministrazione comunale con il bene placito del responsabile dell’area finanziaria». La relazione si chiude con alcuni assunti dei consiglieri di minoranza: «Non poteva in ogni caso essere utilizzato l’avanzo di amministrazione per la copertura dei debiti fuori bilancio»; «Il Comune di Riace ha sicuramente deliberato anticipazioni di tesoreria per un totale di 150mila euro senza ancora aver provveduto al relativo rimborso»; «non sono stati rispettati i punti 2 e 3 dei parametri di deficitarietà strutturale»; «Il Comune di Riace si trova nelle condizioni di pre-dissesto economico per le quali la competenze sezione regionale di controllo della Corte dei Conti dovrebbe intervenire». Salerno, Campagna e Trifoli hanno concluso chiedendo la trascrizione integrale della propria relazione nella deliberazione di consiglio comunale e che quest’ultima sia inviata a cura del segretario comunale, oltre che alla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti anche al Prefetto di Reggio Calabria.
GIANLUCA ALBANESE