Nostro Servizio (Fotogallery e VIDEO di Enzo Lacopo)
LOCRI – «Coi volumi di pioggia caduti qui il 31 ottobre e il I novembre, in altre parti d’Italia ci sono stati molti più decessi. Qui, a parte la scomparsa di due nostri sfortunati corregionali, morti per cause fortuite, non ci sono stati tantissimi danni alle persone». Il numero uno della Protezione Civile Carlo Tansi pensa positivo. Nel corso dell’incontro che ha avuto luogo questo pomeriggio al palazzo della cultura di Locri ha inteso rassicurare i molti sindaci intervenuti, facendo il punto della situazione del lavoro svolto dall’unità di emergenza creata dopo l’alluvione di inizio mese, comprensiva di Protezione Civile, ma anche, tra gli altri, Autorità di Bacino, Cnr, CamLab dell’Unical e, naturalmente, la Regione Calabria, rappresentata oggi dal presidente Mario Oliverio.
Partiamo, appunto, dal dato tecnico. I Comuni colpiti dai danni dell’alluvione hanno ancora circa 48 ore di tempo, cioè potranno presentare entro giovedì le schede tecniche comprensive dei costi già sostenuti per le somme urgenze legate all’alluvione e anche dei rischi residui rimasti nel loro territorio di competenza. La riunione odierna, infatti, è è servita anche a ricordare questa scadenza anche se, a onor del vero, quasi tutti gli enti comunali avevano già provveduto entro la prima scadenza fissata in precedenza, ovvero venerdì scorso.
Il tutto, come già spiegato ieri da Lente Locale, è finalizzato a trasmettere alla Protezione Civile Nazionale una relazione propedeutica all’ottenimento di un’ordinanza di protezione civile, appunto, capace di dimostrare l’esigenza di destinare fondi specifici per la ricostruzione dei territori più colpiti, includendo ovviamente le strade.
Cosa diversa e, di fatto, subordinata all’ordinanza di protezione civile, è l’iter per ottenere lo stato di calamità naturale, necessario per ripagare i privati dai danni subiti, siano essi commercianti che hanno avuto i negozi allagati, o imprenditori agricoli che, ad esempio, hanno perso il raccolto perché la strada intepoderale di accesso al fondo coltivato è divenuta impraticabile.
Come ha spiegato il presidente Olivero, la Regione Calabria si è subito mobilitata per chiedere entrambe, ma bisogna supportare la richiesta con dati e relazioni redatti dai tecnici e tali da dimostrare in maniera scientifica i danni subiti.
Insomma, la riunione odierna si è rivelata utile e tempestiva, in linea col gran lavoro svolto nelle due settimane precedenti da tutti gli attori coinvolti, dalla Prociv all’Autorità di bacino, passando per la Regione e il Governo nazionale.
Non sono mancati i momenti in cui i torni si sono alzati, come quando il sindaco di Antonimina ha lamentato una asserita scarsa attenzione vero il suo comune, coi vertici di Prociv e Autorità di bacino che hanno difeso l’operato dei propri professionisti e hanno assicurato che già da domani verrà dato un occhio di riguardo anche al piccolo centro dell’entroterra locrideo.
Capitolo a parte, quello relativo alla discarica di Casignana, dopo il polverone mediatico dei giorni scorsi.
Tansi ha confermato che la Protezione Civile ha inteso subito fare chiarezza sul rischio attuale che si corre dopo la rottura di un paio di vasche che contengono il percolato, a seguito degli eventi alluvionali «Rischio che – ha precisato Tansi – rimane tra il moderato e il basso, stando ai dati che ci sono stati forniti dall’Arpacal; soprattutto, non c’è stata – ha proseguito il numero uno della Prociv calabrese – contaminazione dei terreni circostanti. La priorità è quella – ha concluso sul tema – di riportare alla piena funzionalità la strada di accesso all’impianto per il ripristino di quanto è stato danneggiato e poter procedere alla messa in sicurezza».
Già, la messa in sicurezza.
Su questo Oliverio è stato ancora più categorico, puntando in alto. Molto in alto.
«Dopo la totale messa in sicurezza della discarica di Casignana e di tutti gli altri siti del genere, entro due anni – ha detto il Governatore della Calabria – dobbiamo implementare tutti gli impianti che utilizzano i rifiuti differenziati e il compostaggio e chiudere le discariche di “tal quale” (come Casignana, appunto, ma anche quella reggina di Sambatello, posta in prossimità di due impianti che erogano acqua potabile) e i termovalorizzatori».
Un obiettivo ambizioso, certo, ma provarci è d’obbligo.
Fotogallery ed alcuni contributi filmati curati dal nostro Enzo Lacopo con i momenti più importanti della manifestazione.
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