di Antonio Baldari
LOCRI – “Spero che quanto scritto sia occasione di riflessione su un tema fin troppo trascurato!”. Conclude con questa frase intrisa di speranza il vescovo della diocesi di Locri-Gerace, monsignor Francesco Oliva, che riprende la trattazione di un tema ampiamente sviluppato nel corso dello storico incontro di Stilo lo scorso 29 agosto con le Chiese “sorelle”, ortodossa ed evangelica, in relazione alla “Giornata per la Cura del Creato”: in quella sede il pastore delle anime intervenne insieme ai propri “fratelli” nella fede in Cristo per soffermarsi su una tematica qualche settimana prima sciorinata su scala mondiale con l’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco.
Dalla quale prende le mosse il suo elaborato quanto intenso scritto di oggi per precisare, intanto, “La sollecitazione a trattare questo argomento non è giunta solo dal testo pontificio, ma anche da un dialogo intessuto con un operaio comune, uno dei tanti operai della Forestale, si direbbe un operatore ecologico, addetto alla custodia dell’ambiente. Incontratolo in un sentiero di montagna mi ha chiesto: «Padre, dì ai fedeli che non abbandonino i rifiuti qua e là in montagna. Ne raccogliamo cumuli e cumuli. Ma è incivile!». Mi ha fatto riflettere e così ho deciso di scrivere a tutti voi. Penso come destinatari, non solo i fedeli, ma anche i cittadini comuni e le autorità più attente – esordisce con il dire il vescovo di Locri-Gerace – il mio primo pensiero è d’invitare tutti a leggere l’enciclica di Papa Francesco sulla cura per la casa comune, pubblicata il 18 giugno scorso. È un grande dono, che indica strade nuove per crescere in umanità”.
Questo l’invito a prendersi un po’ di tempo per soffermarsi sul testo papale ed approfondirlo però nella realtà di ogni giorno, nel vivere quotidiano anche perché “A livello diocesano stiamo lavorando per proporre e dare concretezza ad un percorso di formazione all’impegno socio-politico e alla cura della casa comune. Si assiste, purtroppo, giorno dopo giorno ad un’aggressione continua all’ambiente – riprende monsignor Oliva – enormi superfici di verde e di bosco distrutti; cumuli di rifiuti abbandonati ai bordi delle strade, disseminati ovunque, rifiuti pericolosi per la nostra salute; spiagge che raccolgono di tutto, poco curate; costruzioni abusive e non completate, senza stile e armonia; verde pubblico e giardini incolti, in stato di abbandono; l’abuso di diserbanti e pesticidi, che inquinano sempre più le nostre terre, indiscriminatamente. Per fortuna, non mancano buone iniziative cooperativistiche di coltivazione “biologica”, che, con buoni risultati, perseguono soluzioni nuove – continua – è giunto il tempo in cui non possiamo tacere, consapevoli di essere, talvolta, personalmente responsabili di tutto ciò, una cosa ai nostri giorni mi sembra certa: l’urgenza di una reale “conversione ecologica”. Non possiamo dimenticare che essere custodi dell’opera di Dio è un comportamento essenziale di ogni uomo o donna, che desiderano una vita veramente umana”.
Dopodiché il presule locrese tocca un tasto inequivocabilmente dolente della questione ambientale nella diocesi rivolgendosi direttamente ai sindaci: “Consentitemi di rivolgere un caloroso e rispettoso appello agli Amministratori. Lo faccio nella veste di cittadino più che per il ruolo che rivesto. Nella nostra Locride una sana e coerente azione politico-amministrativa non può prescindere da una maggiore attenzione all’ambiente: urge investire maggiori risorse per il verde e la cura della casa comune. Non siate facili a concedere licenze edilizie che non tengano conto del giusto rispetto per l’ambiente e per la qualità della vita – afferma il vescovo – perché non adoperarsi con maggiore energie ed impegnarsi nel promuovere la raccolta differenziata? So che alcuni Comuni hanno lavorato di più in questa direzione ed oggi ne traggono i dovuti vantaggi. È giusto dare merito al merito ed emulare le buone prassi. Permettetemi un’altra osservazione. I dati dell’estate scorsa sembrano far registrare una maggiore presenza turistica sulle nostre spiagge e nei nostri bei borghi. Anche se non sappiamo se tutti i turisti estivi ritorneranno il prossimo anno, non pensate che sia giunto il momento di investire di più sul turismo?”.
Un interrogativo pesante come un macigno che da tanto, troppo, tempo lo si è girato agli amministratori locali essendo però praticamente rimasto irrealizzato: oggi con ancora più forza lo sostiene anche il vescovo Oliva che conclude il proprio messaggio invitando a lasciarsi “Attirare verso un amore sempre più grande per la casa comune, che tutti ci accoglie e ci fa vivere. Lasciare andare alla deriva la nostra bella terra è un’ingiustizia che si paga a caro prezzo. Non arrendiamoci e, nel nostro piccolo, non manchiamo di fare la parte che ci compete – epiloga monsignor Oliva – è questo il grande messaggio che Papa Francesco vuole consegnarci nella “Laudato sì”. Se volgeremo il nostro sguardo al bel volto delle tante immagini di Maria, alla quale siamo tutti molto devoti, se lo sapremo contemplare, non dimenticheremo la bellezza della nostra terra”.