di Antonio Baldari
MAMMOLA – “Cutro? Lì c’è stata tanta disumanità per tutte quelle vittime tra cui molti bambini, Vi invito ad un minuto di silenzio”. Il breve virgolettato è da ascriversi al vescovo della diocesi di Locri-Gerace, Francesco Oliva, nella mattinata di quest’oggi all’interno del plesso scolastico di Mammola, nell’ambito più ampio dell’istituto comprensivo “Marina di Gioiosa-Mammola”, diretto dalla dottoressa Maria Giuliana Fiasché: un momento molto intenso e partecipato oltremodo dalla stessa preside, dai docenti, dai collaboratori scolastici e soprattutto dagli studenti che avevano poco prima stimolato il vescovo a rilasciare un suo, personale, pensiero su quell’ormai storico, nefasto, accaduto.
Una strage che è stata ricordata a margine della visita che il presule ha reso unitamente ad alcuni suoi collaboratori ed al parroco di Mammola, don Antonio Mazzà, nel contesto più esteso della visita pastorale di Sua Eccellenza nella cittadina insistente nella vallata del Torbido; sin dalle prime ore del mattino un caldo sole occhieggiava nel cielo quasi del tutto terso di nuvole e sul plesso scolastico mammolese agghindato a festa con decine di piccoli manifesti multicolore per dare il più caloroso benvenuto al pastore delle anime locridee.
Ad accogliere Monsignor Oliva la dirigente scolastica, Fiaschè, instancabile nel seguire le attività del comprensivo gioiosano-mammolese avendo al contempo l’impegnativa reggenza del commerciale “Marconi” di Siderno; la numero uno di piazza Mazzini era accompagnata dalla fedelissima collaboratrice, la vicepreside Maria Teresa Marando; dal responsabile di plesso, il professor Michele Furfaro e, a cascata, da tutti i docenti della Secondaria di primo grado e dagli insegnanti della Primaria presenti in servizio, oltreché ed in particolare dagli alunni dei rispettivi ordini scolastici, il cui sorriso ha palesemente contagiato il vescovo Oliva nel distribuire loro una parola, una carezza, un incoraggiamento a studiare sempre per far bene nella vita.
L’evento si è aperto in musica nei locali della palestra della scuola con i docenti di strumento, che hanno come sempre magistralmente accompagnato e diretto i ragazzi suddivisi nel suono e nel canto, individuale e corale, e segnatamente Antonio Calipari, Carmelo Gramuglia, Pasquale Rao e Ilaria Sinicropi, con quest’ultima che ha guidato la breve esibizione aperta dai più piccoli dell’ex scuola elementare e di lì a poco continuata dai più grandicelli dell’ex scuola media, aprendo l’intermezzo musicale con “Jesus Christ you are my life”.
E poi continuando con la pregevole proposta di “We are the world”, e, infine, epilogando con un canto devozionale al monaco Nicodemo, in vernacolo “San Nicotemu”, proclamato da papa Urbano VIII come oggi, giustappunto 385 anni fa, il 14 marzo 1638, santo patrono di Mammola: un canto proposto in lingua dialettale “con il chiaro intento di valorizzare il patrimonio socio-culturale e religioso di Mammola, che in tal caso si tramanda in senso attivo alle più giovani generazioni” – così il docente Furfaro nel chiudere la kermesse rivolgendosi a Sua Eccellenza Reverendissima. Che, dal canto suo, è rimasto colpito dal breve saluto del baby sindaco di Mammola, L. M., volendo chiamare a sé anche la compagine assessorile e consiglieri con delega alla varie aree di intervento civico: “Avete dato un bell’esempio a tutti con la vostra elezione perché essendo dei buoni cittadini si può essere anche dei buoni cristiani – così il vescovo Oliva – dovete crescere bene e nell’interesse esclusivo della Comunità che rappresentate per credere sempre di fare le cose migliorando”; da lì il breve trasferimento nell’ufficio dirigenziale della dottoressa Fiaschè che si è onorata di ricevere il vescovo Oliva il quale, a sua volta, non si è sottratto alle incalzanti domande rivolteGli dagli alunni, anzi il titolare della diocesi di Locri-Gerace si è gradevolmente intrattenuto con loro per oltre un’ora.
Durante la quale ha sviscerato le tematiche più scottanti proposte dai quesiti dagli studenti, ad iniziare da quelle scientifiche a quelle sull’essere o meno credente, passando per l’aver fede, sull’omosessualità, le nuove tecnologie informatiche e della comunicazione, l’anzidetta tragedia dei migranti per la quale Oliva ha inteso sottolineare come “Oggi vada assolutamente fermato il traffico di uomini, donne, bambini che si spostano da una nazione all’altra – ha concluso Sua Eccellenza – non bisogna permettere di compiere questo genere di azioni a chi specula sulla vita delle persone, e noi, dal canto nostro, non dobbiamo cedere alla tentazione del colore della pelle ma accogliere tutti come fratelli e sorelle in Cristo”.
Al termine un generoso buffet per rimarcare la convivialità del momento, suggellato da uno scambio di doni in cui ha trovato spazio anche un disegno, realizzato da una studentessa, C. I., che ha confezionato un piccolo prodigio artistico nel rappresentare la morte di San Nicodemo, cosa grandiosamente riuscita in passato solamente ad un tale, e giammai dimenticato!; Nik Spatari.