La partecipazione alla santa messa è andata a farsi…benedire, manco a dirlo!, è ciò deve poter fare riflettere ciascuno di noi anche e soprattutto in prospettiva del Santo Natale e del modo di vivere la fede e la devozione popolare da parte dei fedeli, un modo, evidentemente, piuttosto discutibile e tutto sommato alquanto fragile se si pensa che non si è disposti alla condivisione di quelli che sono i momenti festosi e festanti da vivere con il resto della Comunità diocesana. Come nel caso di Stilo dove si sono vissuti giorni di grande delusione, rabbia e consequenziale tensione per quella festa tanto attesa che soltanto in parte si è avuta ma più di ogni altra cosa è mancata ” ‘A missa da ‘Mmaculata”, la sera del 7 dicembre.
di Antonio Baldari
Strade clacsonanti a iosa, colonne di macchine illuminate come tanti alberi di Natale ed un leggero refolo di vento ad accarezzare le chiese vuote, somiglianti più ad involucri contenenti assordanti silenzi che non imploranti suppliche e grazie a Colei che schiaccia il capo al serpente ma che, invece, è rimasta da sola, amaramente da sola lì, nei pressi dell’altare, a Siderno, a Marina di Gioiosa Jonica, a Roccella Jonica e via di questi edifici liturgici vuoti. Desolatamente vuoti, in quella che è stata la vigilia dell’Immacolata tra le più surreali che si siano mai vissute nel comprensorio della Locride.
O nella diocesi di Locri-Gerace se si preferisce, considerando in primis l’invito alla partecipazione in quel di Locri per la solenne celebrazione dei primi vespri dell’Immacolata Concezione, ed in secundis “il divieto di ogni attività di culto” in tutte le parrocchie proprio perché c’era da presenziare lì, nella città di Zaleuco dove particolarmente le arciconfraternite intitolate alla Beata Vergine Maria Immacolata avevano l’obbligo ad essere presenti, e specificatamente Ardore, Bovalino, Careri, Caulonia e Stilo: il risultato è stato quello sopradescritto.
Per come del resto si evince dal servizio del Nostro videofotoreporter, Enzo Lacopo, evidenzianti la solennità locrese nei riguardi della “Tota Pulchra” e null’altro, il resto è stata un’autentica invasione dei negozi commerciali, un via vai di visite un po’ di qua e un po’ di là con i primi assaggi di “Christmas list”, o “Christmas wishes” che dir si voglia, lista dei regali per il prossimo Natale o lista dei desideri, più obiettivamente, viste le difficoltà economiche del periodo.
Insomma, tutto tranne che la partecipazione alla santa messa andata a farsi…benedire, manco a dirlo!, che deve poter fare riflettere ciascuno di noi anche e soprattutto in prospettiva del Santo Natale e del modo di vivere la fede e la devozione popolare da parte dei fedeli, un modo, evidentemente, piuttosto discutibile e tutto sommato alquanto fragile se si pensa che non si è disposti alla condivisione di quelli che sono i momenti festosi e festanti da vivere con il resto della Comunità diocesana.
Una condivisione, quindi, che non c’è e che con ogni probabilità avrebbe meritato una maggiore e migliore considerazione in fase di proposta di questo tipo di “Vigilia dell’Immacolata”, avendone peraltro avuto tutto il tempo giacché il divieto episcopale è da far risalire allo scorso mese di marzo: si sa che la devozione mariana è ben radicata nei fedeli della Locride, specialmente in alcune realtà locali in cui si celebra la novena dal 29 di novembre e fino alla mattina del 7 dicembre, addirittura con il sacrificio, che in tutta onestà si compie ben volentieri!, di alzarsi alle 4 del mattino per la partecipazione al sacrificio della santa messa.
Come nel caso di Stilo dove si sono vissuti giorni di grande delusione, rabbia e consequenziale tensione per quella festa tanto attesa che soltanto in parte si è avuta, con la sfilata del “Gran Concerto bandistico Città di Stilo” ed una buona manciata di minuti per delle colorate quanto applaudite batterie di fuochi pirotecnici; ma è mancata ” ‘A missa da ‘Mmaculata”, la sera del 7 dicembre, che nessuno o quasi ha ben compreso o accettato, come il portone del santuario diocesano di San Giovanni Theristys in un primo tempo aperto per poi essere stato, all’arrivo della banda, misteriosamente chiuso. Tristemente chiuso.