di Gianluca Albanese
LOCRI – Ogni promessa è un debito. E ogni revoca di richiesta sospensiva è un credito. Con delibera di giunta comunale numero 85 di ieri, l’esecutivo di Locri (assenti gli assessori Fontana e Cappuccio) ha formulato l’atto di indirizzo teso a liquidare le indennità di carica agli amministratori dell’allora giunta Lombardo per il periodo che va da luglio 2011 a ottobre 2012. Proprio quelle indennità che sindaco e assessori in carica all’epoca dei fatti, decisero di autosospendersi “sino a diversa comunicazione”, in considerazione della grave situazione in cui versa il Comune di Locri.
Come si ricorderà, poi, gli stessi amministratori, con nota del 21/10/2013, ritenendo mutata la situazione finanziaria dell’Ente, revocarono la richiesta sospensiva, richiedendo contestualmente la corresponsione delle indennità maturate e non pagate.
Una decisione, quella dell’ex sindaco Lombardo e dei suoi assessori, che creò parecchie polemiche, non solo tra i sostenitori dello schieramento avverso che aveva appena vinto le elezioni, ma anche tra i giovani turchi del movimento “LocRinasce” che stigmatizzarono la scelta di quelli che furono i loro amministratori di riferimento di farsi liquidare quelle indennità alle quali avevano, in precedenza, rinunciato pro tempore, scagliandosi, in particolare, contro l’allora sindaco Lombardo e l’allora assessore Nicola Monteleone, in quanto espressione del movimento stesso.
Dalla bufera mediatica dell’ottobre 2013 uscì indenne solo il presidente del consiglio comunale dell’epoca Antonio Cavo, che dichiarò di non voler chiedere quelle indennità che pur gli spettavano.
E’ opportuno, a questo punto, rileggere due articoli pubblicati in quei giorni:
Il punto è che, tornando ai giorni nostri, la delibera di giunta numero 85 di ieri evidenzia come il segretario generale Scuglia, nei mesi scorsi, abbia trasmesso agli ex amministratori Giuseppe Lombardo, Michele Ratuis, Giuseppe Gelonese, Gesualdo Dattilo, Nicola Monteleone e anche Antonio Cavo, una proposta di transazione accettata da tutti, che prevede una modesta riduzione delle indennità spettanti, mentre l’ex assessore Francesco Galasso, tramite il proprio legale di fiducia, aveva già diffidato, lo scorso febbraio, l’Ente a procedere alla liquidazione delle spettanze maturate.
Alla luce di tutto ciò, oggi si procede al saldo delle spettanze arretrate degli ex amministratori lombardo, Ratuis, Gelonese, Dattilo, Monteleone e Cavo con un apposito capitolo del bilancio 2015, mentre per l’ex assessore Galasso, si procederà al pagamento di un acconto pari a 17.525,08 euro, mentre per la somma residua di 2.554,76 si procederà mediante riconoscimento di un debito fuori bilancio.
Questo è il dettaglio degli importi che verranno corrisposti agli altri amministratori:
Pepè Lombardo: € 38.955,48 (invece dei 44.621,92 spettanti)
Aldo Dattilo: € 10.715,19 (invece di 12.270,40)
Pepè Gelonese: € 15.889,73 (invece di 18.197,37)
Nicola Monteleone: € 17.525,08 (invece di 20.079,84)
Michele Ratuis: € 17.525,08 (invece di 20.079,84)
Antonio Cavo: € 3.905,21 (invece di 4.462,24).
Ora, posto che chiedere le somme spettanti per l’indennità di funzione prestata era un pieno diritto di tutti gli ex amministratori, e che pertanto la loro richiesta è stata assolutamente legittima, resta una questione di opportunità politica del gesto. Ma tant’è.