di Gianluca Albanese
LOCRI – Da sempre vicino agli ultimi, l’avvocato Pino Mammoliti in questo periodo difficile per l’emergenza coronavirus, intende lanciare un appello a favore di chi si trova costretto a casa da situazioni di cattiva salute cronica o da grave indigenza economica, indipendentemente dall’emergenza attuale.
Lo fa tramite un post sul proprio profilo facebook in cui chiede alle istituzioni civili e religiose, alle associazioni e al mondo del volontariato, un vero e proprio piano di assistenza sociale, per stare accanto a chi non ha i mezzi economici o le condizioni fisiche per affrontare la vita di tutti i giorni, specie in un periodo delicatissimo come questo.
Di seguito il testo integrale dello scritto di Mammoliti
“Io vorrei ringraziare chi si impegna, in questa città, in questo momento di straordinaria difficoltà che la gente ha di ritrovare il senso del loro vivere e il limite della loro intrusione nella vita di chi si trova vicino.
Se la scommessa della quotidianità e del futuro si gioca in
questo scenario di guerra senza armi, lo sforzo da compiere è di ritrovare il
senso di una stagione umana e civile capace di proteggere le stesse ragioni
della vita. Stiamo facendo i conti con i guadagni e le perdite dovute
all’avvento del COVID19, ma ancora di più, stiamo investendo con questa
resilienza, sul nostro futuro. Tra qualche tempo, speriamo non lontano, potremo
dire di avere investito le nostre migliori energie personali e collettive sul
capitale affettivo, identitario, sociale e senza remore e senza reticenze,
affronteremo, vincendo, tutte le avversità che si affiancheranno alle
nostre difficoltà quotidiane nel corso del 2020. Prima di noi le donne e gli uomini del secolo scorso
hanno vinto guerre, carestie, crisi economiche, che sembravano più forti e
senza fine. Dopo di noi i nostri figli potranno dire di avere avuto genitori
capaci di garantire un futuro meno penoso e pesante. Ora è il nostro tempo, offriamo
le nostre stesse vite per vincere questa battaglia, invito tutti e ciascuno a
partecipare con le forme che si riterranno più idonee, ad offrire solidarietà a
chi ha più bisogno. Tutte le associazioni di volontariato potrebbero predisporre
un piano di assistenza così da garantire le fasce sociali ed anagrafiche più
deboli, coordinando l’impegno con i rappresentanti di tutti i culti religiosi, con
gli amministratori e gli operatori sanitari. Per queste ragioni sollecito il
vescovo, i pastori religiosi, il sindaco ed il direttore sanitario a procedere
con la dovuta sensibilità ed urgenza, così come sempre dimostrate, a realizzare
un programma minimo di assistenza sociale, chiamando “alle armi
civili” quanti disposti a dare aiuto ai meno fortunati”.