di Gianluca Albanese
LOCRI – Si preannuncia carico di tensione il consiglio comunale convocato per giovedì 25 per discutere della situazione dei dipendenti comunali dopo il grande clamore mediatico suscitato dalla ormai celebre “lettera a Gesù Cristo” del sindaco Calabrese e l’inevitabile coda di polemiche. Un problema annoso, quello del difficile rapporto tra amministrazione comunale e dipendenti dell’Ente, già segnalato all’epoca dall’ex sindaco Lombardo negli ultimi mesi di mandato e riproposto, con accenti e toni diversi dal suo successore Giovanni Calabrese che appare intenzionato ad andare fino in fondo.
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Ieri, i lavoratori dell’Ente si sono riuniti in assemblea respingendo in larga parte le accuse di assenteismo e da alcuni settori dell’aula si è anche proposto di chiedere l’invio della commissione d’accesso agli atti, stimolata – pare – dalla presenza in loco dell’avvocato ed ex consigliere e assessore Alberto Brugnano, che tra i suoi assistiti ha anche una dipendente che sta denunciando il proprio disagio le cui cause sarebbero conseguenza di un cambio di settore di attività deliberato dall’amministrazione.
Nei giorni scorsi non sono mancati i momenti di tensione. Da quanto siamo riusciti ad apprendere, infatti, proprio martedì scorso la dipendente in questione (R.C.) mentre si trovava all’interno del palazzo di città, ha accusato un malore tanto da rendere necessario il ricorso ad un’ambulanza giunta in municipio a prestare soccorso. Nel frattempo, secondo quanto riferitoci da alcuni testimoni, è accorso il figlio della dipendente, che è anche un ex consigliere comunale che avrebbe apostrofato il sindaco – giunto sul posto insieme ad altri amministratori per sincerarsi delle condizioni della signora – strattonandolo per un braccio, alla presenza del comandante della polizia municipale.
La tensione è salita al punto tale da indurre il primo cittadino a chiamare i carabinieri, che, hanno sentito alcuni degli astanti.
Il sindaco, su precisa domanda dei militari, ha detto di non voler sporgere querela nei confronti del figlio della dipendente, preferendo optare per un esposto in cui ha denunciato la presenza – ritenuta indebita – del comandante dei vigili sulla scena, e l’asserita scarsa collaborazione dello stesso nel ricostruire i fatti.
Insomma, è guerra aperta. Specie tra il primo cittadino e buona parte del corpo di polizia municipale, accusato di scarsa collaborazione e poca propensione ad elevare contravvenzioni per violazione del Codice della Strada.
Il sindaco, sentito di Lente Locale, parla di controlli a rilento su attività produttive e stabilimenti balneari, di superficialità nella verifica della titolarità a occupare gli alloggi di edilizia residenziale pubblica e di una sostanziale paralisi nel compimento di servizi essenziali come quelli di natura tecnica. Spulciando tra gli atti comunali, ad esempio, si è scoperto dell’acquisto di un cospicuo numero di passerelle per diversamente abili da parte dell’Ente e solo in minima parte installate nei punti dovuti, mentre il grosso è in giacenza in un locale adibito a deposito all’interno dello stadio comunale.
Calabrese, inoltre, lamenta il fatto che nonostante denunce, esposti e provvedimenti disciplinari mirati non sia riuscito ad ottenere risultati concreti, a parte una drastica diminuzione degli assenti per malattia dopo il grande clamore mediatico suscitato dalla “lettera a Gesù Cristo”, tanto che mercoledì scorso gli assenti coperti da certificato medico si contavano nelle dita di una mano.
E se la prossima settimana sono in cantiere per Calabrese altre due ospitate televisive in programmi di grande ascolto sulle Tv nazionali, continua a suscitare scalpore la scoperta, a seguito del blitz delle fiamme gialle dei mesi scorsi, del fatto che alcuni dipendenti comunali fruiscano di un’indennità per lo status di orfani di guerra che secondo il sindaco non sarebbe dovuta dall’Ente mentre i dipendenti asseriscono il contrario, arrivando a dire che alcune pratiche per ottenerla sarebbero state istruite anche in periodi come quelli in cui Calabrese era il vice dell’allora sindaco Macrì.
Insomma, sono tutti in trincea, pronti a fare valere le proprie ragioni a colpi di carta bollata e il consiglio comunale di giovedì si preannuncia, dunque, ricco di contenuti e colpi di scena.
Sarà altresì utile capire quanto la battaglia di Calabrese, tesa a ottenere il recupero di efficienza della macchina amministrativa, attraverso un deciso ridimensionamento delle assenze per malattia e una seria attività di formazione professionale (promessa, questa, strappata al ministro Madia, che ne ha parlato personalmente con Calabrese), sia condivisa dal resto del consiglio comunale ma anche da tutta la compagine di maggioranza consiliare.
Il rischio, infatti, è che si vada verso una personalizzazione dello scontro (oltre che alla radicalizzazione dello stesso), derubricando tutto a rapporti personali logori o comunque difficili.
Il sindaco sostiene che quello della difficile relazione tra chi amministra e chi lavora per i Comuni sia un problema diffuso in molte realtà cittadine, ma rivendica altresì il merito di aver avviato per primo una battaglia contro inefficienze e sprechi della pubblica amministrazione, comprendendo altresì la corresponsione di affitti per immobili sottoutilizzati o inutilizzati, come l’ufficio del giudice di pace.
La storia ci dirà se ci saranno dei vincitori e dei vinti in questo conflitto che ad oggi appare difficilmente sanabile.
Di sicuro, il consiglio comunale di giovedì rappresenta una tappa fondamentale per comprendere meglio le ragioni delle parti e l’orientamento di tutti i soggetti che ricoprono cariche elettive all’interno del palazzo di città.