di Simona Masciga (foto e video di Simona Masciaga)
ROCCELLA IONICA – Sublimi, eteree, delicate, belle fisicamente, quasi evanescenti, le 9 orchestrali dell’ Ensemble ” Le Muse” hanno sbalordito e affascinato, per ben due ore, il pubblico presente all’ Auditorium di Roccella Ionica.
Il Festival Danza e Musica della Locride, con la grande Direzione Artistica del Maestro Domenico Pantano, che grazie ai suoi eventi arricchisce il calendario degli eventi del panorama culturale della Locride e non solo, alza il sipario con il primo dei cinque imperdibili appuntamenti.
Un progetto ideato e, fortemente voluto, dal loro maestro Andrea Albertini il quale, oltre a dirigere l’intera orchestra tutta al femminile, ha saputo, con gusto e fervido entusiasmo, condurre la serata dedicata ad Ennio Morricone. Un lavoro nato nel 2016, che vede nell’esecuzione dei brani composti dal grande Morricone, il ripercorrere della migliore qualità cinematografica giunta a noi, accompagnata dall’ eterna e indiscutibile musica del Puccini della cinematografia mondiale.
Un viaggio iniziato negli anni ’60 con i film western di Sergio Leone, fino ai più recenti di Tornatore, raccontati con garbo, rispetto e soprattutto veridicità dal maestro Albertini, il quale, con modestia e simpatia ha saputo coinvolgere il pubblico, creando la giusta atmosfera di pieno coinvolgimento tra spettacolo e platea.
Filmati, curiosità, aneddoti e ottima musica hanno suscitato clamore e soddisfazione tra i presenti che al termine standing ovation e ben 8 minuti di applausi tutti dedicati soprattutto alle 9 Muse ( come le figlie di Apollo) esecutrici.
A noi riservata una breve intervista con il maestro Andrea Albertini e la cantante Daniela Placci.
Maestro, da dove nasce l’idea delle Muse e perché la scelta di portare fedelmente le musiche di Morricone in tournée.
L’idea nasce nel 2010, e dal 2016 portiamo in giro questa performance con il consenso della famiglia Morricone, la quale ha avallato il nostro progetto senza discussione riuscendo a percepire la validità dello stesso.Certamente il fatto di aver istituto un ensemble di sole donne è dovuto solo ed esclusivamente alla sensibilità e al tocco magico che le donne sanno dare in alcune esecuzioni;Malena, Israel, la sensualità di Metti una sera a cena o il dramma de La Califfa altresì la commozione dimostrata da Claudia Cardinale ne C’era una volta il west, se suonate da uomini non potevano provocare un effetto così forte e diretto.
Daniela Placci, voce stupenda dai timbri caldi, decisi e soprattutto incisivi, contenuta e senza mai eccedere nei virtuosismi vocali.
Grazie del complimento. Vero e ciò lo devo al maestro Albertini il quale mi ha insegnato che, Morricone, usava la voce non per colpire il pubblico ma solo come strumento musicale di integrazione all’intera orchestra. Acuti, sovranote, dominio della scena musicale qua non serve… è un tutt’ uno che rende l’opera preziosa e se vogliamo dirlo immortale.
Maestro, quale il suo rapporto diretto con Morricone e come lei è riuscito a costruire il retroscena delle opere cinematografiche.
Beh, Morricone non era un tipo che dava confidenza volentieri: l ho conosciuto ma ciò che mi ha permesso di attuare il progetto è stata Susanna Rifatti che ha lavorato con lui per una vita e quindi possiamo ” vantarci” di avere una vera memoria storica sul verificatosi.
Daniela Placci, lei ha lavorato con Drusilla Foer, Neri Marcore’ e portato in giro la tournée ” Io sono Mina”; attrice, cantante e il ruolo dei vocalismi tipo Mina ben le si addicono specie nelle esecuzioni morriconiane e nell’ ultimo brano ” Se telefonando” quanto deve a Mina e quanto ad Albertini.
Molto ad entrambi, Mina l’idolo incontrastabile ad Albertini l’equilibrio di saper cantare senza esuberanza e strafare.
Maestro, i film analizzati senza Morricone sarebbero solo il 50% del successo.. secondo noi Morricone è il Puccini della cinemusicologia.
Vero, lo dico sempre anche io e mi trova in perfetta sintonia con la sua asserzione: i film analizzati sono il 50 e 50 di frutto di ingegno e bravura sia del regista che del compositore.Ovviamente se Puccini è stato l’innovatore del melodramma italiano, Morricone lo è stato per la filmografia.