di Enzo Romeo (Foto fonte Ansa)
Osservi la rassegna stampa internazionale e ti accorgi che quello che è apparso subito come surreale e pazzesco, col passare delle ore e dei giorni diventa il simbolo che il mondo non sta cambiando: è cambiato.
Trump lo ha sostenuto e cristallizzato questo cambiamento con i suoi modi rudi e le provocazioni del suo vice Vance, ma il sistema mondiale in qualche modo, a parte i trumpiani anche italiani, ha in poche ore preso contezza di una svolta epocale.
I pesi specifici sono stati ben chiariti dal presidente americano: o si fa come dico io o sono dolori.
C’è chi approva -suscitando meraviglia, se non sconcerto – e chi no. In questo mezzo disastro, per fortuna c’è chi ha voluto lanciare, ancorché con uno stile veramente diplomatico, un messaggio molto chiaro: l’Europa non può essere trattata come carta straccia.
Vedremo in questi giorni se sarà possibile un recupero del confronto Usa-Ucraina. Intanto guardiamo con speranza alla manifestazione organizzata da Michele Serra per il 15 marzo a Roma. Sarà un prova di forza etica e di coraggio civile. L’ Europa,vogliamo sperare, non dimostrerà quel giorno solo la Sua unità burocratica (o finanziaria), ma ci auguriamo faccia cogliere di cosa sia capace in senso costruttivo. È forse arrivato il momento che il Vecchio Continente faccia la voce grossa.
L’Ucraina è stata invasa. Punto. La sua Bandiera giallazzura, per fortuna non è stata ancora ammainata. Il dato storico è innegabile. Pertanto, ogni retro pensiero e qualsiasi analisi del pregresso,allo stato delle cose, non ha vero valore.
Pensare, poi, che a comandare il mondo saranno, in un nuovo equilibrio geopolitico, Usa, Russia e Cina, come qualche esperto osservatore ipotizza, fa venire un po’ di orticaria.
Naturalmente non ci auguriamo che la guerra in Ucraina continui sine die, anzi speriamo che la Pace sia veramente tale e si raggiunga con un colpo di bacchetta.
Ma la protervia di chi mortifica gli altri non è, almeno nelle latitudini della dignitosa semplicità, un fatto da accettare incondizionatamente.
A Roma, il 15 marzo ci saranno molti calabresi. Anche la nostra piccola Regione è Europa, perché nessuno è fuori da pericoli incombenti.