R. & P. 8
I Palmenti Kyminà,
Il nome di questa cittadina collinare deriva dal greco kyminà, posto dove cresce il cumino, una pianta ombrellifera, alta 30-40 cm., volgarmente detta ciminaia. I palmenti sono raggruppati in un’unica area, al margine del paese, contrada vigne. Un palmento rupestre tipico si riconosce facilmente: è composto da due vasche poco profonde, quadrate o rettangolari, collocate ad altezze diverse (in genere seguendo la pendenza naturale della roccia affiorante), e collegate tra loro da un foro, l’elemento strutturale che fornisce la prova che sicuramente si tratta di un palmento per pigiare l’uva. Vi chiederete, perché? Semplice, la vasca posta nella posizione più alta serviva per pigiare le uve e torchiare le vinacce, la seconda – grazie al foro di collegamento – per raccogliere il liquido vinoso.
GIORNATA ESCURSIONISTICA DEDICATA AL TERRITORIO DI CIMINA’
Come arrivare: per quelli che vengono da Reggio, superato il centro abitato di Ardore, seguire indicazione Ciminà.
RADUNO: ore 10.00 ponte Ciminà
Tempo: ore 5.30
Località: Ponte Ciminà
Dislivello: 110 slm 350
Comune: Ciminà
Difficoltà: E. Escursionistico
Partenza escursione: ore 10,15
Descrizione del Sentiero:
Si parte dal ponte di Ciminà, per poi immettersi, quasi subito dopo il ponte, sulla sterrata a sinistra che in pochi minuti ci porta in contrada vigne, dove si può ammirare qualche vitigno; un breve giro nelle serre della Azienda dei frutti di bosco della famiglia Zucco, con una piccola deviazione per ammirare da vicino i palmenti scoperti da qualche anno.
Si scende poi sulla sterrata che da qui sale verso il paese, percorrendo la vecchia mulattiera Groscitano, oggi asfaltata, successivamente si taglia la strada che porta a Camuti fino a giungere al Paese. Si attraversa il paese con i suoi vicoli e viuzze e, dopo pochi minuti, si giunge sulla strada della Vena (Zona ricca di tante sorgenti).
Da qui il sentiero sale lungo un viottolo creato dal passaggio degli animali. Volgendo lo sguardo alle nostre spalle, vediamo ergersi maestoso, con un’elevazione di 700 m., Monte San Pietro, denominato “Tre Pizzi” per la curiosa forma a tre punte, con i suoi vari colori che vanno dal giallo al verde, al marrone e qualche vena di un grigio scuro.
Superata la piccola filesa, si giunge sulla Costa delle querce, dove è d’obbligo una breve sosta per ammirare il panorama che ci si presenta di fronte.
I crinali del Tre Pizzi che scendono verso la fiumara e che salgono inerpicandosi verso la montagna. Si riprende la sterrata e, dopo qualche minuto, si giunge al palmento monumentale; questo spettacolare manufatto di paleo viticoltura che si raggiunge salendo una rampa di scale, presenta la vasca inferiore (pinaci) di forma cilindrica, nella parete esterna della vasca superiore (buttiscu) reca una croce bizantina potenziata, in uso dal VI° al XI° sec. d. C. Nei pressi vi è un frantoio con le macine a tre pietre a trazione animale.
Una breve sosta per il pranzo, poi si riprende la strada che, dopo un centinaio di metri, conduce all’Azienda Siciliano, la prima Azienda che ha prodotto il tipico Cacio Cavallo della zona.
Si riprende il cammino e, dopo qualche minuto, si raggiunge la strada asfaltata, si procede in direzione di Ciminà, superato il ponte di Trifulla, nella prima curva nei pressi di una abitazione, ci immettiamo sulla vecchia mulattiera di Trifiglia che scende a sinistra, per giungere, dopo 10 minuti di agevole cammino, nella contrada Runcatini ; superata la strada asfaltata, ci si immette nel canalone che ci porta nella fiumara di Condojanni, con di fronte a noi l’azienda Agricola Grillo; attraversata la fiumara con una piccola portata d’acqua, si prosegue salendo a sinistra, trovandoci di fronte uno dei più vecchi Agriturismi della zona (Runcatini); si cammina costeggiando la fiumara per raggiungere, dopo 10 minuti, il Ponte di Ciminà.