di Mario Staglianò (foto fonte Avvenire)
Una nuova forma di dominio coinvolge e stravolge la nostra realtà. Questo nuovo regime opera direttamente sulla coscienza. Non controlla i corpi. Non reprime i pensieri. Induce, piuttosto, uno stato alterato di coscienza permanente. Un sonno lucido. Una trance funzionale.
La nostra società appare come una distopia con la differenza che quest’ultima non è situata in un inquietante futuro lontano, fatto di macchine volanti e di regimi retti da androidi con tendenze genocidarie. La distopia è un sistema di potere che esiste ed agisce in questo presente. In questa ipnocrazia il controllo dell’opinione pubblica non si manifesta più attraverso la coercizione violenta ma, piuttosto, tramite il consumo massiccio di immagini, meme, notizie e informazioni che, come cavalli di Troia carichi di sicari nascosti, oltrepassano le barriere della nostra coscienza attiva con un solo obiettivo: quello di rilasciare specifiche narrazioni e opinioni che hanno il potere di suggestionarci e di alterare la percezione delle cose.
Viviamo in uno stato di trance permanente di cui non siamo coscienti. Veniamo ipnotizzati da potenti tecnologie che corrodono i confini tra la realtà virtuale e quella fisica. Siamo convinti di essere liberi e di scegliere quando sono gli algoritmi a suggerirci desideri, trend, e idee politiche. Il potere si manifesta principalmente come un’architettura del desiderio. Le piattaforme digitali – Facebook, TikTok, Instagram – non sono semplicemente luoghi di connessione. Sono spazi di cattura. Questi sistemi non mediano la realtà; la riscrivono. Ogni immagine pubblicata non riflette il mondo: lo crea. Ogni algoritmo non registra comportamenti: li anticipa, li dirige. I social network non sono piattaforme di comunicazione; sono camere di induzione ipnotica di massa perfettamente progettate. Ogni loro elemento è calibrato per produrre e mantenere stati di controllo attraverso contenuti virali. Il dissenso non viene censurato ma saturato,viene sovracaricato. Non viene represso bensì integrato, assorbito e, quindi, neutralizzato. Ogni critica diventa una “narrazione” tra tante.
I protagonisti principali, i cosiddetti sacerdoti di questo nuovo Regime, sono sia politici che imprenditori.Pensiamoci. Chi meglio di loro è riuscito a dimostrare che un’affermazione non deve essere necessariamente reale per diventare verità? Quelle che ormai conosciamo come bufale, per quanto possano suonare assurde, a volte addirittura grottesche, colonizzano gli spazi digitali diventando virali e incontrollabili. Assistiamo, inermi, al falso che sostituisce il vero. In un attimo gli schermi accesi e perennemente illuminati dei nostri smartphone diventano il piede di porco che forza la nostra capacità di essere davvero padroni delle nostre idee. I nuovi Padroni dell’era digitale non sono dittatori senza scrupoli che si presentano al popolo in abiti militari ma giovani imprenditori della Big Tech vestiti di jeans e pullover neutri, che con imprese che fatturano miliardi di dollari all’anno, stanno ristrutturando l’architettura della realtà dalle fondamenta. Sebbene il potere dell’Ipnocrazia a una prima lettura possa apparire insormontabile e indistruttibile ci serve una mappa utile a muoverci in questo terreno digitale fatto di illusioni e manipolazioni.
Il fatto è che non stiamo semplicemente vivendo in un’epoca di manipolazione dell’informazione o di sorveglianza digitale. Stiamo assistendo a una trasformazione ben più profonda nella quale la realtà è diventata interamente gassosa. Non è più questione di separare il vero dal falso; la distinzione stessa ha perso significato. In un sistema che prospera proprio sulla coesistenza di realtà tra loro incompatibili.
Eppure qualcosa rimane. Una sorta di soglia, di consapevolezza, di resistenza al flusso. Non un risveglio, dato che il sonno non può essere interrotto e nessuno può garantire che si stia semplicemente sognando inducendoci al risveglio nella caverna in cui siamo e stiamo. Si tratta di navigare imparando i ritmi della navigazione mantenendo un nucleo pulsante, e riottoso, di lucidità nel cuore dell’alterazione essendo il reale non più un’esperienza ma una costruzione, fragile e perennemente riscritta in cui ogni clic, ogni like, ogni scroll è una forma di adesione silenziosa…Platone perenne.