di Mario Murdolo
BIVONGI – Da un po’ di giorno circola in paese la notizia che il vescovo Monsignor Oliva ha dettato delle nuove normative riguardo le feste religiose. In particolare con questi atti il prelato ha voluto dalle nuove direttive riguardo le processioni e anche ritenendo utile ridurre le feste ad un solo giorno. A dire il vero in un primo momento si è pensato che era una notizia non vera ma questo non è stato, la notizia non è un fake. Tutto ciò ha creato un diniego da parte dei cittadini di Bivongi, preoccupati per i festeggiamenti di Mamma Nostra. La tradizione ha sempre voluto che i festeggiamenti non si sono mai ridotti a un solo giorno, la festa di Mamma Nostra, detta Madonna dei Miracoli, poiché anche durante la processione ha guardato col suo manto miracolo da eventi mortali.
Infatti nel 1951 quando una terribile e devastante alluvione stava per distruggere l’intero abitato e causare molti morti, l’allora parroco Don Cherubino Raspa tento’ di scongiurare l’irreparabile portando il quadro della vergine Maria in processione nei pressi del fiume in piena e così avvenne il miracolo. E poi chi non ha sentito parlare del miracolo del terremoto, dell’invasione delle soldatesche francesi e poi quante grazie a singole persone che si rivolgevano alla madonna per gravi motivi di salute, problemi esistenziali, controversie. E’ risaputo che la Mamma Nostra rappresenta lo stretto collante che tieni uniti i bivongesi di tutto il mondo. E la devozione nei confronti della nostra madonna è dimostrata dal fatto che lei è venerata e festeggiata dal 1995 in Australia, da molto tempo prima in Argentina e da qualche anno viene organizzato un importante e partecipato raduno del bivongesi del nord a Orbassano. Pochi giorni fa ci è giunta notizia dell’inaugurazione di una nuova e accogliente cappella in una chiesa di La Plata dove presente una comunità molto numerosa.
Che facciamo? Togliamo anche a loro la possibilità e la gioia di poter festeggiare secondo tradizione? E poi a che serve ai nostri numerosi amici emigrati, venire a Bivongi per la festa e dopo aver affrontato costosi viaggi, trovarsi un qualcosa di ridotto al lumicino. Il vescovo si lamenta che c’è un disamore e continuo allontanamento dalla religione ma crediamo che questa emorragia non si blocchi così. Ci sono molte altre cause e motivazioni che probabilmente stanno alla base di questo fenomeno. Si parla di folklore e in questo caso bisogna fare dei distinguo. Ci sono feste come quella di Palmi, di Riace, della stessa Reggio Calabria dove si travalicano i giusti metodi della sacralità. Ci auguriamo quindi che il vescovo migliori questo provvedimento perché altrimenti invece di ottenere il risultato sperato dovrà ammettere tutto il contrario.
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