di Patrizia Massara Di Nallo
REGGIO CALABRIA – Al GOM (Grande Ospedale Metropolitano) di Reggio arriva una nuova figura professionale creata per alleviare i disagi dei pazienti e dei loro parenti in attesa di notizie: una sorta di trait d’union fra pazienti e i medici, le legittime richieste di informazioni e le sollecite risposte nel tentativo di umanizzare e rendere più sopportabili i presidi ospedalieri con il loro carico di dolore fisico e psichico. Un infermiere, infatti, si impegnerà esclusivamente nell’accoglienza e nella comunicazione con pazienti e loro familiari.
Il servizio denominato di “Caring nurse” è attivo al Pronto Soccorso del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria e si tratta di un’ innovazione promossa per rispondere alle esigenze di chiarezza e ridurre le tensioni legate ai lunghi tempi di attesa, quindi un servizio per accogliere e informare.
L’iniziativa è stata promossa dal Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per rispondere ai bisogni di informazioni dei familiari del paziente che arriva in Pronto Soccorso e che, a causa dell’enorme ed inappropriato numero di accessi provenienti da tutta la Provincia, vedono allungarsi i tempi di attesa a dismisura. Talvolta , inoltre, la mancata comunicazione aumenta nei pazienti il senso di abbandono da parte del personale sanitario e, di conseguenza, la convinzione di non usufruire immediatamente delle cure necessarie. Sono questi problemi reali che spesso non possono essere affrontati con il giusto equilibrio e pazienza causando,come successo in passato in soggetti violenti, la deriva verso atti di violenza verbale o fisica nei confronti del personale ospedaliero.
L’infermiere preposto è naturalmente competente sulle dinamiche del Pronto Soccorso, sui percorsi interni e sulle procedure specialistiche e potrà essere un punto di riferimento, affidabile e rassicurante per i familiari, per la comunicazione in tempo reale, subito dopo la prima visita, dell’iter diagnostico assistenziale che verrà intrapreso.
L’obiettivo primario resta quello di informare esaustivamente i familiari su ciò che accade dietro le ansiogene porte chiuse permettendo quindi loro di affrontare lucidamente l’attesa potendo oltretutto , in caso di impossibilità da parte del paziente, fornire, a loro volta,informazioni al personale sanitario su dati anamnestici o altri ragguagli di ordine generale sulle condizioni pregresse del congiunto.
Questa nuova figura costituirà un elemento di supporto positivo anche per gli operatori sanitari del Pronto Soccorso, in quanto contribuirà a preservare da involontarie distrazioni dovute alle naturali richieste di informazioni.