di Antonella Scabellone
SIDERNO- Continuano, suscitando grande interesse tra gli studenti, gli incontri organizzati dalla Polizia di Stato presso l’ Ipsia di Siderno nell’ambito del progetto “A-ndrangheta, progettiamo una società senza crimine”, fortemente voluto dalla Questura di Reggio Calabria per diffondere tra i giovani la cultura della legalità.
Lo scorso 30 gennaio, ospiti del dirigente scolastico Gaetano Pedullà, nell’aula magna dell’istituto, nella sede centrale di via Mazzini c’erano: il vice dirigente del commissariato di Siderno, il dott. Vincenzo Iazzetta, accompagnato dal vice-ispettore Patrizia Liguori; l’avvocato Caterina Origlia, responsabile dello Sportello legale antiviolenza del comune di Siderno, nonché segretaria della Camera Penale “Simonetti” di Locri; e la psicologa, psicoterapeuta e scrittrice Filomena Drago.
La tematica dell’incontro è stata la violenza di genere in particolare violenza su donne e minori, argomento di estrema attualità che i relatori hanno illustrato alla luce della loro ultra decennale esperienza sul territorio, seppur in ambiti diversi.
“Oggi il legislatore è intervenuto in modo drastico sulla materia e l’attenzione delle forze dell’ordine è altissima” ha esordito il dott.Iazzetta, presente in sostituzione del dirigente del Commissariato di Siderno, Antonino Cannarella, introdotto dal DS Gaetano Pedullà che ha portato il saluto della scuola.
A seguire ha preso la parola il vice-ispettore Patrizia Liguori, che ha evidenziato come “Passi da gigante sono stati fatti da quando il reato di violenza sessuale era considerato un delitto contro la morale pubblica e non contro la persona; eppure, ciò accadeva non molto tempo fa..”. Il legislatore è intervenuto in maniera sempre piu’ decisa negli anni in favore delle vittime di violenza, con inasprimenti di pena, nuove figure di reato e nuovi strumenti di tutela, soprattutto in seguito all’entrata in vigore del Codice Rosso, un testo di legge recentissimo che rappresenta un vero e proprio giro di vite contro tutte le forme di violenza.
La Liguori ha poi parlato del Protocollo Eva, una modalità operativa per il primo intervento nei casi di violenza di genere (maltrattamenti in famiglia, stalking, abusi, liti familiari…), che permette di “schedare” tutti i casi in cui la Polizia interviene, anche quelli che non sfociano in una denuncia.
Una delle finalità del progetto EVA, infatti, è quella di lasciare traccia per costruire una memoria storica nei terminali della Polizia, allo scopo di monitorare il fenomeno e agevolare la scelta di una valida strategia di contrasto che può anche prevedere l’adozione di provvedimenti restrittivi nei confronti del reo.
Dal seminario è emerso come i reati di maltrattamenti in famiglia, dove spesso i minori sono vittime di violenza assistita, sono in percentuale notevole e per dare supporto alle persone in difficoltà esiste a Siderno uno Sportello antiviolenza presso il comune. Un servizio gratuito molto importante le cui attività sono state illustrate dall’ l’avvocato Caterina Origlia, che ne è la responsabile.
Lo sportello opera dal 2011 in sinergia con Procura e Forze dell’Ordine, avvalendosi di un qualificato staff composto da 4 avvocati, una criminologa, una psicologa e un assistente sociale. Molteplici i casi trattati, alcuni balzati alle cronache dei giornali; casi di violenza su donne e minori, stalking e anche di sfruttamento della prostituzione, su cui si è riusciti ad intervenire in modo efficace, in alcuni casi anche con collocamento delle vittime in luoghi protetti per permettere loro un percorso di recupero verso una dimensione di normalità.
L’intervento conclusivo è stato affidato alla dottoressa Filomena Drago che ha parlato della violenza da un punto di vista psicologico e sociologico, in particolare soffermandosi sul triste e crescente fenomeno del femminicidio, che si sviluppa spesso nei luoghi considerati piu sicuri dalla vittima, come le mura domestiche.
La Drago, psicoterapetuta, psicologa e scrittrice, è stata responsabile dell’Unità consultoriale dell’ex Asl n.9, lmaturando una lunga esperienza sul territorio; centinaia i casi di violenza trattati, che l’hanno indotta a scrivere due libri, già editi, “Viola” e “Storia di una finestra sul mare“.
“La violenza è il frutto di una società che non sa ascoltare e ascoltarsi-ha detto la psicologa- Questi delitti non nascono mai da raptus, ma hanno dietro un percorso emotivo che non si è sviluppato normalmente; la società si evolve, le donne si emancipano, ma i femminicidi continuano ad esistere, anzi, aumentano, segno di un diffuso malessere che non si puo pensare di risolvere solo con la repressione, ma che va affrontato e arginato soprattutto con la prevenzione”.
Dal dibattito che ne è seguito, dove e’ intervenita anche la criminoliga Lidia Fiscer, nel corso del quale sono stati affrontati recenti fatti di cronaca, è emersa anche l’importanza del percorso di riabilitazione psicologa degli autori di delitti di violenza, in un’ottica in cui non bisogna mai perdere di vista la funzione rieducativa della pena.