“Welcome to Tijuana, tequila sexo y marihuana” , cantava Manu Chao; “Messico e nuvole” nelle note disincantate di Paolo Conte, mentre Vasco Rossi voleva andare “al massimo”, in Messico. Quanti luoghi comuni nella musica a proposito del Messico…il documentario “Ciudad Juàrez, una storia dimenticata”, di Paolo Imperitura e Karla Licano abbatte tutti questi stereotipi, entrando nella pancia di una città al confine con gli Stati Uniti, proprio come Tijuana, ma soffocata dal peso di una faida tra i cartelli di trafficanti di droga che coi loro gesti criminali, genericamente derubricati come “regolamenti di conti”, hanno fatto diventare quotidianità gli omicidi per strada, i brandelli di cadaveri gettati nei cassonetti dell’immondizia, e la fuga da una città grande e piena di paura, con le case in vendita e quel poco che resta dello Stato che non sempre sembra ispirato dal bene comune.
I due registi, coniugi della vita, aprono uno squarcio su una realtà sconosciuta alla maggior parte di noi europei, non limitandosi a registrare i fatti di cronaca e a capirne le cause, ma compiendo un viaggio nella storia della città, nel suo controverso rapporto con gli Stati Uniti, troppo spesso abili a sfruttarne la manodopera a basso costo per poi erigere muri e frontiere di filo spinato lasciando Ciudad Juàrez, sempre al di là di un mondo e di un orticello che si vuole difendere ci denti. E allora i due autori compiono un viaggio a 360° nella realtà sociale di Ciudad Juàrez, ascoltandone i protagonisti di tutte le aree sociali: lavoro, commercio, scuola, chiesa, sanità. Il ritratto che ne viene fuori è crudo come molte delle immagini riportate, ma terribilmente vero e scevro dai luoghi comuni e dai condizionamenti ideologici di noi occidentali. Oggi, “Ciudad Juàrez, una storia dimenticata, è visibile su youtube, suddiviso in cinque parti da guardare tutte d’un fiato. Oltre alla distanza che ci divide da quella “faccia triste dell’America”, oltre agli stereotipi, oltre alla similitudine con certe storiacce delle nostre periferie che non verranno mai cantate in alcuna canzone, se non nelle rime di denuncia di qualche rapper in cerca di notorietà
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Buona visione
GIANLUCA ALBANESE