di Simona Masciaga
GIOIOSA IONICA «A coloro che non ce l’hanno fatta, al personale medico e paramedico che ha combattuto questa battaglia senza tregua, alle forze dell’ordine, ai lavoratori che hanno mandato avanti il Paese, a tutti noi sopravvissuti a questa guerra contro un nemico invisibile e che sembrava invincibile». Questa la dedica iniziale con cui Daniela Rabia, scrittrice instancabile e straordinaria, dà vita al suo ultimo romanzo “A un metro da voi” ed LibEreriaColor, presentato ieri a Gioiosa Jonica nella storica location di Palazzo Amaduri. L’evento, organizzato dal Club per l’Unesco nella figura del presidente Nicodemo Vitetta, rientra in una programmazione culturale estiva indetta dalla stessa associazione atta a promuovere, attraverso incontri culturali di ogni tipologia, il nostro territorio, mettere in evidenza autori locali, al fine di propagandare la letteratura calabrese, che ben merita divulgazione,evitando la ghettizzazione letteraria locale.
Daniela Rabia, autrice già nota alla critica letteraria, eclettica, vulcanica e dotata di uno spiccato senso critico, nella sua ultima opera, che vede come sfondo la pandemia da Covid-19, sa ben dosare la realtà proveniente dalla cronaca giornalistica con i sentimenti comuni: un perfetto equilibrio tra informazione, realtà, emozioni e storie di vita.
Si tratta, quindi, di introspezione analitica di un vissuto scaturito da una situazione inattesa, dove il susseguirsi di notizie mediatiche, provvedimenti ministeriali di restrizione, proibizione, distanziamento hanno provocato nell’essere umano paura, angoscia, tristezza che la scrittrice trasferisce e palesa nel personaggio di Lorian, un ragazzo catanzarese di 25 anni prossimo alla laurea in lettere.
Lorian, acronimo di Luce, Ottimismo, Ribellione, Ironia, Amore, Novità, (scelto non a caso), è la voce narrante di un momento storico tremendo che porta l’uomo all’isolamento, alla solitudine; ma sarà proprio la solitudine a rappresentare la condizione più propizia per il raccoglimento, per la riflessione, per la ricerca interiore di noi stessi, forse della verità. A ciò si contrappone la socialità come misura più elevata dell’esperienza umana, con le sue consuetudini di vita insieme, libere, aperte, regolate, l’agire in piena autonomia che improvvisamente viene negata, proibita: qui Lorian diventa ognuno di noi, accetta speranzoso il momento difficile dedicandosi alla lettura, al piacere di stare in famiglia e inventarsi di tutto per ingannare il tempo in attesa di poter dare nuovamente e ricevere un bacio e un abbraccio.
Notevole l’assenza di polemiche a sfondo politico pur dichiarando “i danni immani arrecati in tanti anni al sistema sanitario…Qui in Calabria, ancor più che nel resto d’Italia, la sanità è praticamente distrutta”, e poi lo sfogo rabbioso verso la gestione della sanità locale “In quarant’anni si sono mangiati anche i muri”; altresì è da notare come la scrittrice avverta l’importanza della scuola non solo come dispensatrice di cultura bensì come luogo di comunicazione, di formazione, dove alunni e docenti, senza pregiudizi, hanno da imparare l’uno dall’altro poiché “Il confronto alla pari è fonte di crescita”
L’impostazione del testo può apparentemente sembrare giornalistico, data la presenza dei fatti di cronaca fedelmente riportati, ma si tratta, in realtà, di un intelligente gioco spazio-temporale su cui l’autrice pianifica l’intera vicenda attraverso un’accurata ortodossia filologica; la stessa adotta una forma semantica lineare ottimamente strutturata nella sua semplicità dove le parole chiave dell’inizio, virus-morte-disperazione-distanziamento, alla fine si trasformano in condivisione-solidarietà-vita–amore.
“A un metro da voi”, primo testo in Italia che parla di Covid-19 ad essere pubblicato, è una testimonianza storica, un diario personale, una forte e unica esperienza, un messaggio di speranza che diviene consapevolezza del dono unico e incommensurabile: la nostra vita.