di Eduardo Lamberti-Castronuovo
REGGIO CALABRIA-Non c’è nulla di personale con chicchessia nell’amministrazione della cosa pubblica. Sono i documenti che parlano, quale che sia il beneficiario di una qualunque operazione, sia essa economica o tecnica.Quando ti trovi in mano una determina dirigenziale, che riporta fatti non rispondenti al vero, se sei un buon amministratore, chiedi lumi quale che sia la persona interessata.Nel caso in specie, nell’esaminare alcune determine dirigenziali che, coinvolgono la politica e pertanto devono essere controllate con molta scrupolosità da chi amministra la Città Metropolitana, ci siamo imbattuti in una eclatante assurdità etica, contabile e di riporto della verità.
In effetti, il Dirigente liquida ad un avvocato le competenze professionali per un procedimento penale, innanzi alla Corte d’Appello di Reggio Calabria, specificando “conclusasi con sentenza 233/2015”.
Ciò significa che la conditio sine qua non, perché si possa liquidare è che la causa sia arrivata a sentenza!
Altrimenti perché citarla?
Sta di fatto che, documentalmente, la causa di cui sopra, non si è affatto conclusa, perché la prossima udienza è fissata alla ore 9:30 del 19 aprile 2017!
Non solo, ma se si attribuisce il n° 233/2015 è evidente che chi ha stilato la determina, abbia preso visione della documentazione ed abbia riportato il numero della sentenza: ma come ha fatto e dove ha preso questo numero, se la sentenza non c’è stata?
Che poi il beneficiario di questa determina sia il Vicesindaco della Città Metropolitana, contro la cui professionalità nulla abbiamo da dire, non può non destare un legittimo sospetto che, se si fosse chiamato Riccardo Cuor di Leone non avrebbe avuto certamente lo stesso tempestivo trattamento.
A nulla valgono le giustificazioni dell’illustre professionista, quando afferma che si tratta d’incarichi precedenti, perché l’atto posto in discussione, è il pagamento anzi tempo, senza dimenticare che alla data del 9.1.2017 lui era già Vicesindaco della Città Metropolitana.
Ancora più discutibile è la difesa, diffusa a mezzo stampa, basata sul fatto che l’Avv. Mauro vanta crediti precedenti dall’Ente. Circostanza che aumenta il nostro dubbio circa la liceità del tempo per la liquidazione.Perché non richiedere il pagamento dei precedenti?
Per quanto riguarda la mancata discussione in aula, che avremmo certamente preferito, è stata resa impossibile dall’abbandono, per dignità, dei banchi metropolitani, stante l’illegittimità della seduta, a nostro sommesso parere.
Abbiamo trovato piuttosto risibili le giustificazioni dei Dirigenti che hanno preso la parola.
Noi non facciamo parte di quella schiera di persone che devono trovare sempre qualcosa da dire né tantomeno di quelli che considerano nemici tutti coloro i quali non abbassano la testa, facciamo parte, invece, di quel plotone, sempre più sparuto di persone, che amministrano la cosa pubblica con scienza, coscienza e soprattutto applicando il principio del buon padre di famiglia.
Per continuare sulla discutibile legittimità di alcuni atti dei Dirigenti di questa Città Metropolitana, non posso che sottolineare il tentativo di arrampicarsi sugli specchi, laddove hanno cercato di giustificare l’invio di un documento di legittimità contabile, attraverso pec firmata digitalmente e risultata… firmata realmente tre giorni dopo, con buona pace del diritto della minoranza di avere documenti disponibili nei tempi di Legge e con buona pace della verità dei fatti e della legittimità degli atti.
Risibile poi la circostanza, declamata aulicamente in Consiglio, che quel parere firmato digitalmente era pleonastico!
Ci si domanda perché fosse stato allegato!
La fisiologia ci insegna la Legge del tutto o nulla: cioè o era utile e pertanto falso o era inutile ed allora perché allegarlo? Il rimedio giustificativo è stato davvero peggiore del male!
Questo modo di agire è inaccettabile.
La Città Metropolitana ha bisogno, alla base di tutto, di un’ assoluta legalità e legittimità degli atti, che sono alla base della conduzione democratica di un Ente.
Si deve smettere di pensare che chi dissente debba essere considerato un nemico.
Si deve smettere di non ascoltare le ragioni di chi non ha nessuna intenzione di mandare il cervello all’ammasso.
Ancora una volta, sostengo che il pieno rispetto del diritto di ciascuno di esprimersi, denunciare, proporre consiste nell’accettare le cose positive e condivisibili, senza respingerle per il solo fatto che non vengano dai Consiglieri del principe.
Machiavelli appartiene al passato, ed i titoli nobiliari sono stati, con l’avvento della Repubblica, aboliti.
Il principe che noi riconosciamo è il popolo della Città Metropolitana.
Sovrano.Nessun altro surrogato.
Reggio Calabria lì, 11 aprile 2017.
*Consigliere Metropolitano