di Redazione
“Le politiche del lavoro che stiamo mettendo in campo per rispondere alle esigenze del mondo imprenditoriale sono cumulabili con le misure del Jobs Act ed offrono la possibilità per le aziende calabresi di abbattere fino al 50% il costo del lavoro”.
Da queste parole si capisce come le soluzioni alla crisi delle Pmi calabresi, almeno secondo l’assessore regionale Guccione (nella foto ritratta durante un recente convegno a Siderno), passino necessariamente verso le forme di sgravio per questa prima fase di rilancio, per poi essere amplificate da altre iniziative, più dirette, atte a sconfiggere la contrazione del credito.
Una situazione che ha duramente messo alla prova le pmi calabresi, come si comprende dalla continuazione del discorso, dove lo stesso rappresentante del governo regionale ha ribadito che “Non sono provvedimenti che dobbiamo ancora approvare ma sono già disponibili per il sistema imprenditoriale calabrese. Il nostro prossimo obiettivo è quello di definire entro l’estate un grande e strategico Piano per il Lavoro, finanziato con la nuova programmazione europea 2014/2020, e condiviso con la parti sociali e gli attori dello sviluppo economico, con i quali intendiamo aprire una interlocuzione continua e costante”.
L’ordine degli interventi cercherà di seguire l’importanza e l’urgenza di soluzione delle varie problematiche. Il primo intervento quindi è stato quello dell’occupazione delle giovani donne, ma per il futuro prossimo gli interventi avranno anche carattere più generale, anche se saranno comunque rivolte principalmente alle pmi. Un atto per certi versi dovuto, soprattutto dopo i dati allarmanti resi noti da Unionimprese Calabria, dove emerge che la contrazione del credito ha proseguito la sua strada (a differenza di altre regioni in cui c’è stato un netto cambiamento di rotta da parte degli istituti di credito), così come è andato avanti in modo costante e crescente l’aumento delle sofferenze bancarie, cresciute qui di oltre il 200%, se considerato su base annuale.
La spirale negativa non sembra aver esaurito la propria corsa, così come evidenziato dalle abitudini creditizie dei privati, recentemente raccolte in un sondaggio ad opera di zonaprestiti.com, per cui se alle parole non si passerà ai fatti, il rischio reale è che la situazione economica possa andare incontro a un collasso generalizzato.