di Gianluca Albanese
SIDERNO – Vietato farsi male. Sopratutto, massima attenzione a evitare le ferite provocate da ferro arrugginito o altro materiale capace di generare il tetano, perché il siero antitetanico è introvabile. Anche all’ospedale.
La segnalazione ci è giunta nel pomeriggio di oggi, da parte di un nostro lettore che si è ferito durante una pratica molto diffusa nel nostro comprensorio in questo periodo, ovvero la raccolta delle olive.
Dopo aver girato numerose farmacie, il malcapitato si è sentito rispondere che il siero antitetanico (che si inietta entro 24 ore dalla ferita, al fine di sviluppare le risposte dell’organismo necessarie a combattere il tetano) è introvabile. Anche all’ospedale di Locri.
Abbiamo fatto le nostre verifiche, e fonti del pronto soccorso riferiscono che il siero antitetanico manca da oltre un mese.
La situazione è drammatica, se si pensa che i cittadini sanno che quando ci si fa male con corpi arrugginiti, iniettando il siero antitetanico si può rimanere tranquilli per parecchi giorni.
Altre fonti sanitarie riferiscono che in genere l’infezione da tetano può manifestarsi anche dopo parecchi giorni e che gli stessi pazienti, disorientati dalla mancanza di siero antitetanico della quale nessuno ha provveduto a dare informazione pubblica, si rivolgono al servizio di prevenzione dell’Asp, quello in cui – è il caso di ricordarlo – vengono somministrati i vaccini antitetanici, cosa molto diversa dal siero, in quanto vengono iniettati per prevenire le infezioni da tetano (specie alle categorie di lavoratori a rischio infortuni) ma fanno effetto (prevenendo l’infezione in caso d’infortunio) dopo parecchi mesi e, in alcuni casi, i medici di base, subissati dalle richieste dei propri pazienti, tendono comunque a consigliare l’iniezione di “richiami” del vaccino antitetanico, i cui risultati in caso di ferita occorsa a pazienti non vaccinati in precedenza, però, rimangono piuttosto dubbi.
Dunque, riepilogando, un ferito da oggetti arrugginiti che si rivolge alle farmacie per avere il siero antitetanico dovrà fare i conti con professionisti che fanno spallucce e con sanitari del pronto soccorso che non possono far altro che alzare bandiera bianca perchè le farmacie degli ospedali ne sono sprovviste.
Abbiano contattato la direzione generale dell’Asp di Reggio Calabria, e ci hanno fatto sapere che da parte della direzione sanitaria non sono stati segnalate carenze di siero antitetanico, men che meno dei vaccini, che invece vengono somministrati dal servizio di prevenzione gratuitamente per le categorie a rischio (su indicazione dei medici specialisti) mentre a pagamento (mediante un versamento di pochi euro) agli altri cittadini che ne fanno richiesta.
Negli ultimi dodici mesi si sarebbero registrati, all’ospedale di Locri, due casi di pazienti che hanno contratto il tetano. In un caso la persona affetta è morta.
Alla luce di quanto abbiamo appreso in queste ore, dunque, raccomandiamo la massima attenzione da parte di chi si cimenta in attività agricole o meccaniche, specie se non si è vaccinati contro il tetano, al fine di prevenire infortuni e ferite.
Il problema, infatti, non sarebbe limitato al territorio calabrese ma interesserebbe l’intera nazione, come si apprende dall’articolo pubblicato lo scorso mese di agosto sul sito farmacista33.it e che vi invitiamo a leggere:
Ma un farmacista che ci chiede di rimanere anonimo riferisce che dietro ai “problemi produttivi” accennati nell’articolo di farmacista33.it ci sarebbe un diffuso orientamento da parte delle case farmaceutiche che producono il siero a non vendere in Italia il prodotto perché sarebbe antieconomico, preferendo piazzarlo sul mercato estero.
Se così fosse sarebbe veramente un guaio, tanto da togliere quel minimo di tranquillità che ogni paziente che si ferisce ha sempre avuto dopo l’iniezione del siero antitetanico.
Chi si ferisce oggi, infatti, non ha che mettersi nelle mani del buon Dio.