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Con un colpo di mano, approvando un emendamento alla conversione del Decreto Elezioni in Commissione al Senato, la Maggioranza di Governo attacca la Democrazia e vuole cancellare a poche settimane dalla presentazione delle liste i partiti minori dalle elezioni. “Una norma che riteniamo incostituzionale – ribadisce l’avv. Cristiano Ceriello, presidente del Partito Animalista Italiano che alle ultime Europee 2019 ottenne quasi lo 0.7% — violando anche i disposti europei e della Corte Europea CEDU che vietano agli Stati di cambiare la legge elettorale un anno prima delle elezioni”.
Eppure sta succedendo in Italia, pochi ne parlano, ma nella conversione al decreto elezioni la maggioranza vuole modificare la legge elettorale per le elezioni europee e vietare ai partiti che hanno una colleganza con i movimenti europei di essere esenti dalle firme, come alle scorse elezioni, per presentarsi alle elezioni. Circostanza gravissima, anche perchè gli adempimenti elettorali iniziano per legge sei mesi prima delle tornate elettorali e, così facendo, i movimenti hanno perso mesi di raccolte firme, confidando di essere esenti dalla raccolta.
Cambiare la legge elettorale in questo modo, a 5-6 settimane dalla presentazione delle liste, è un precedente gravissimo per la democrazia, un precedente che non trova uguali in Europa. Per questo, oltre ad anticipare manifestazioni in piazza al momento del voto in Parlamento, un pool di costituzionali, come il gruppo di costituzionalisti che fanno capo al defunto Felice Besostri (che in passato ha già fatto annullare in Corte Costituzionale il Porcellum e l’Italicum), è già al lavoro per i ricorsi se questa riforma diventasse legge. In particolare l’avv. Giuseppe Libutti ribadisce come si tratti di un precedente gravissimo per la nostra democrazia e che i legali sono già al lavoro per i ricorsi d’urgenza alle Corti italiane ed internazionali.
Proprio per questo, conclude il Partito Animalista Italiano con l’avv. Ceriello, è già stata presentata con i legali una Denuncia alla Commissione Europea, confidando anche come il Presidente della Repubblica, già Giudice Costituzionale, non ritenga di controfirmare una norma che mette a repentaglio non solo le elezioni europee 2024, ma la nostra democrazia.
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