Celebrazioni cristiane nella vallata bizantina al confine dell’area metropolitana di Reggio Calabria che si rinnovano in un tempo in cui le divisioni politico-religiose la fanno da padrone: un esempio da seguire per gli sviluppi a breve termine per l’agognata “stretta di mano” che metta fine ai tanti, troppi, conflitti ancora esistenti.
di Antonio Baldari
15 agosto ormai vicinissimo per il classico “Ferragosto”, la cui etimologia risale alle altrimenti dette “Feriae Augusti”, ossia la festività che nell’antica Roma era celebrata in onore dell’imperatore Augusto, del quale si indicava il “riposo”, il relax diremmo oggi, oltreché dante il nome al mese; ma tale aspetto civile, che andava ad intersecarsi con altri momenti di festa cadenti nello stesso periodo, ossia i Vinalia rustica, i Nemoralia o i Consualia, va in perfetta simbiosi con l’aspetto religioso che vede la Beata Vergine Maria Assunta in cielo, e quindi Maria, Madre di Gesù e Madre Nostra, assunta in anima e corpo in cielo, per l’appunto, non conoscendo l’onta del sepolcro ma salita direttamente in Paradiso secondo quella che è la tradizione cristiano-cattolica; considerando, invece, la tradizione cristiano-ortodossa, in questo giorno si ha la cosiddetta “dormitio Virginis”, ossia la dormizione di Maria, caduta in un evidente stato di torpore in terra – e gli storici ne indicano in Efeso il Suo sepolcro – e la cui anima, per intervento di Gesù Cristo ed alla presenza degli apostoli miracolosamente convenuti, viene affidata ad una folta schiera di angeli.
A distanza di duemila anni tutto ciò si perpetua, per entrambe le anzidette tradizioni religiose, nella vallata bizantina dello Stilaro, periferia nord dell’area metropolitana di Reggio Calabria, che vede la celebrazione di diversi momenti liturgici tanto a Stilo quanto a Bivongi, passando per Pazzano, e rievocanti tale solennità, a cominciare dal pellegrinaggio che, questa notte, si svilupperà da ogni sparuto angolo della vallata, così come pure da qualche paese vicino, raggiungendo l’eremo di Montestella, giustappunto in territorio di Pazzano, dove, sin dalla mezzanotte, saranno elevati a Dio i canti tradizionali, in lingua dialettale, in onore di Maria Santissima, celebrando la santa messa e rimanendo in preghiera fino alle prime luci dell’alba.
Già oggi pomeriggio, invece, a Stilo avranno inizio i festeggiamenti in onore dell’Assunta, secondo un prestabilito programma precedentemente diffuso da questa Testata, e contemporaneamente i fratelli ortodossi onoreranno le sacre icone della “dormizione” con un percorso che è quello degli antichi monaci, abitanti le laure del Consolino, che si sciorinava dalla Cattolica, scendendo per le vie del borgo ed arrivando all’eremo della “Madonna della Pastorella”, sempre a Stilo, pregando e cantando secondo quell’antico rituale; infine, va ricordato il monastero ortodosso di San Giovanni Therystis, a Bivongi, monumento nazionale, che celebrerà la solennità di questo giorno con tutti gli onori conferiti alla “Theotòkos”, la Gran Madre di Dio.
Indubbiamente dei bellissimi momenti di festa di cattolici ed ortodossi, a queste latitudini, che viene guardato con favore, venendo approvato, dal Vaticano, che vede nello Stilaro uno dei punti strategici che agevolano la pace fra i popoli in un tempo in cui le divisioni politico-religiose la fanno da padrone: un esempio da seguire per gli sviluppi a breve termine per l’agognata “stretta di mano” che metta fine ai tanti, troppi, conflitti ancora esistenti.


