di Gianluca Albanese
SIDERNO – Damocle Argirò esce allo scoperto. Proprio nel giorno in cui è stata fissata la riunione del movimento “Siderno Libera” per rinnovare gli organi direttivi del movimento, il pittore sidernese, che fondò il soggetto politico col simbolo del gabbiano, formula il proprio “J’accuse” a mezzo stampa, facendo seguito alle proprie dimissioni manifestate qualche settimana fa, alle quali ha fatto seguito il progressivo allontanamento dal direttivo del presidente Sandro Siciliano, del suo vice, del segretario amministrativo e di altri soggetti che ne costituivano il nucleo storico.
Argirò compie innanzitutto una premessa, partendo proprio dalle origini di “Siderno Libera”: «Sei anni fa – ha esordito – abbiamo fondato il movimento su basi legalitarie e ambientaliste, dettando, negli anni, le linee guida della politica sidernese, organizzando convegni sulle buone pratiche amministrative col sindaco di Riace Mimmo Lucano e con l’ex primo cittadino di Marina di Gioiosa Francesco Macrì, riunioni settimanali sui temi dell’ambiente e delle infrastrutture, denunciando per primi la poca funzionalità dell’attuale svincolo della variante “B” della Statale 106 (molto tempo prima della sua realizzazione), coinvolgendo tanti amici e persone oneste e costituendo uno dei pochissimi soggetti politici organizzati sul territorio cittadino, insieme a Pd e Rifondazione. Un anno prima delle elezioni amministrative del 2015 – ha proseguito – ponemmo l’attenzione sull’esigenza di fare una sola lista di coalizione, per evitare il proliferare di liste e di candidati e la polverizzazione del voto, elaborando, tra l’altro, progetti d’interesse pubblico e ambientale, come quello sulla diga del Lordo, grazie anche alla sinergia instaurata con l’Osservatorio Ambientale per il Diritto alla Vita e il Movimento 5Stelle».
Fin qui la premessa.
Poi, Argirò individua il periodo successivo alle elezioni comunali come un vero e proprio spartiacque all’interno del movimento Siderno Libera.
Secondo lui «Qualcuno, all’interno del movimento, non digerì molto l’elezione di Totò Sgambelluri a consigliere comunale e col passare dei mesi si andò formando un gruppo all’interno del movimento che si stringeva attorno all’amministrazione Fuda e al nostro assessore di riferimento Gianni Lanzafame, cercando di dettare la linea di Siderno Libera verso un atteggiamento filo governativo che a noi non piaceva, visto che fin da subito l’amministrazione comunale ha mostrato di tradire le aspettative di larghi strati della popolazione che pur le aveva tributato un consenso plebiscitario».
Secondo Argirò, dunque, la giunta comunale «Non è stata in grado di garantire nemmeno le piccole cose: la pulizia, le buche sull’asfalto, la pubblica illuminazione, lasciando pure tante vicende irrisolte, come quella del centro polifunzionale e della tanto contestata pista ciclabile».
Ma non solo. L’artista comunista ricorda che «Avevamo chiesto al sindaco e alla giunta di essere consultati sempre, insieme agli altri partiti della maggioranza, prima di prendere le decisioni principali, tenendo regolarmente delle riunioni interpartitiche, cosa che non è mai stata fatta, e solo la bravura del consigliere Sgambelluri ha evitato, in alcuni casi, che non passassero proposte inopportune.
Insomma, Damocle Argirò conferma l’esistenza di due correnti interne al movimento, tra loro confliggenti «Tanto che – ha spiegato – ci sono stati tanti scontri verbali pesanti con chi, pur di difendere a tutti costi l’amministrazione comunale non ha esitato a sbattere i pugni sul tavolo. Molti – ha continuato – non hanno gradito quest’andazzo e si sono via via allontanati, non sopportando nemmeno che qualcuno alimentasse una campagna stampa che definisco denigratoria contro l’allora presidente Sandro Siciliano, facendolo passare per quello che non è, ovvero una persona che sarebbe stata interessata a un posto in giunta, quando chiunque conosca Sandro sa che non è affatto così».
Ma non mancano nemmeno le questioni materiali ed extra politiche, come quelle legate al finanziamento del movimento e alla copertura delle spese.
Arigirò dice a Lente Locale che «Ci aspettavamo che l’assessore Lanzafame devolvesse parte della sua indennità di funzione per coprire le spese del movimento, come si usa in tutti i partiti di sinistra, ma così non è stato e, anzi, non è arrivata alcuna proposta da lui o dal suo gruppo; una compagine, quella dei fedelissimi dell’assessore, quasi interamente confluita nel movimento “Possibile” dopo aver fatto una vera e propria “campagna acquisti” all’interno del movimento, intesa come proselitismo attivo senza sentire l’esigenza di concertare queste scelte col resto di Siderno Libera».
Insomma, secondo Argirò, la spaccatura appare insanabile e lui e gli altri dell’area critica non esitano a ricordare quelli che, a loro dire, sono stati «I numerosi errori commessi dall’amministrazione comunale, quali – ha enumerato Argirò – il tentativo di fare passare delle deroghe al Prg in zona 1, il famigerato biodigestore dei rifiuti, i tentativi di modificare l’intitolazione dello stato comunale a una persona diversa dall’eroico ispettore di Polizia Filippo Raciti, la procedura scelta per acquistare dei banchi di scuola, un opera muraria realizzata solo in parte in contrada Salvi e attendiamo ancora la realizzazione di un canile municipale in un terreno confiscato, come deliberato dalla giunta lo scorso I aprile, oltre che gli sperperi di denaro pubblico e una confusione amministrativa mai vista».
Prima di concludere, Argirò lancia un’ultima stoccata all’amministrazione comunale: «Pur apprezzando le riflessioni fatte e le marce indietro che in qualche occasione hanno saputo fare, auspico da parte della giunta un’inversione di tendenza, anche se sono tristemente convinto che gli errori continueranno».
A questo punto, non rimane che seguire con attenzione quelle che saranno le determinazioni del consigliere comunale Antonio Sgambelluri, delegato nazionale del Nuovo Pci e, a quanto dato sapere, uno degli estensori del documento della cosiddetta “area critica” di Siderno Libera, diffuso qualche giorno fa e che riproponiamo alla vostra lettura:
SIDERNO LIBERA Parla la cosiddetta “area critica” del movimento