Lei che ha promesso dei vistosi aumenti ai docenti per l’anno scolastico in corso non fa fronte a questo, preciso, obbligo? Lei che avrebbe già dovuto assicurare a bilancio la somma di 60milioni di euro e non l’ha fatto? Lei che ha sottolineato come bisogna mettere al centro gli insegnanti “restituendo loro dignità” poi si rende protagonista di una clamorosa assenza proprio sotto il profilo della “dignità personale” di ogni singolo docente che lavora e che non viene onorato? Come la mettiamo?
di Antonio Baldari
Il Mef, acronimo perfetto per “ministero dell’economia e delle finanze”, non liquida le spettanze ai docenti precari titolari di supplenze brevi e/o saltuarie: questo è quanto abbiamo pubblicato nell’edizione di ieri dopo avere direttamente appreso da alcuni docenti, i quali si sono rivolti al sopraccitato dicastero, che per loro non c’è alcun pagamento fissato in agenda per le ormai imminenti festività natalizie.
Che di conseguenza trascorreranno con l’amaro in bocca e la beffa di aver lavorato senza essere legittimamente retribuiti come del resto spetta loro e a quanti esercitano una professione, con il sacrosanto diritto di vedersi riconosciuto l’altrimenti detto “salario”, che in tal caso non è da definirsi “minimo” o “massimo”, esso è già stabilito, va solamente riconosciuto ai legittimi proprietari, com’è giusto che sia ancorché in Italia – e sempre e comunque qui e soltanto qui! – viga la strana legge del “Non sappiamo quante sono e quindi non possiamo quantificare”.
Facendo chiaro riferimento al numero delle supplenze ed alla loro durata, per poi determinare il “conquibus” da riconoscere ad ogni singolo docente/insegnante e via di queste figure, le quali però, come abbiamo riportato nel servizio di ieri, storcono e non poco il naso di fronte al fatto che il ministero dell’Istruzione e del Merito possa in un certo senso “marciarci”, come si suol dire, nascondendosi dietro il dito visto che si può sempre pensare di accantonare una “ics” somma da destinare al pagamento proprio di queste realtà professionali, sanando ciò che si trascina da anni senza volere, di fatto, addivenire ad una soluzione della “vexata quaestio”.
E quindi, egregio ministro Valditara, che fa? Non paga? Lei che ha promesso dei vistosi aumenti ai docenti per l’anno scolastico in corso non fa fronte a questo, preciso, obbligo? Lei che avrebbe già dovuto assicurare a bilancio la somma di 60milioni di euro e non l’ha fatto? Lei che ha sottolineato come bisogna mettere al centro gli insegnanti “restituendo loro dignità” poi si rende protagonista di una clamorosa assenza proprio sotto il profilo della “dignità personale” di ogni singolo docente che lavora e che non viene pagato? Come la mettiamo?
Attendonsi buone nuove sotto questo punto di vista per segnare realmente quella “svolta” da Lei tante volte, in tempi non sospetti, proclamata ma che, stante questi paurosi ed assolutamente indegni vuoti, è di là da venire e pure di parecchio.