Un tuffo nella Calabria degli anni ’70, tra i sogni di un gruppo di ragazzini preadolescenti che scoprono il calcio attraverso un vecchio televisore di un’osteria che trasmette la semifinale tra Italia e Germania dei Mondiali messicani del 1970 ed eleggono a proprio mito il capitano della formazione teutonica, che gioca buona parte della partita con un tutore al braccio che dà l’impressione che tenga fissa la mano sul cuore.
Il romanzo di Francesco Pileggi, uscito lo scorso anno per Rubbettino, è stato presentato con una conversazione tra veri appassionati di letteratura che sabato scorso si sono incontrati nello spazio culturale “MAG. La ladra di libri” di Siderno per discutere dei tanti spunti di riflessione dettati dal contenuto dell’opera, tra cui l’emigrazione, il ruolo delle madri, il mito e la formazione adolescenziale.
L’autore, regista e sceneggiatore, oltre che scrittore, la cui familiarità con l’emigrazione in Germania ha fatto il paio con un’esperienza vissuta anche in età adulta, ha trattato i temi del romanzo accompagnato dall’arguzia e dal prezioso contributo del sociologo Claudio Cavaliere, a suggellare un’amicizia nata proprio dalle pagine della storia ispirata proprio al mito calcistico del “kaiser” che il protagonista – non è difficile leggere nel ruolo la proiezione della figura di un giovanissimo Pileggi – sogna di incontrare.
Un sogno che caratterizza il filo conduttore dell’opera e che si arricchisce con tutto quel bagaglio di esperienze nuove tipico dell’età adolescenziale, tra un mondo in trasformazione che scopre la telefonia mobile, l’interruzione volontaria di gravidanza e le rivoluzioni senza armi finite male, e un piccolo mondo antico della provincia calabrese, tra la capanna ricavata sui rami di un albero, le ginocchia sbucciate nei polverosi campi di calcio in terra battuta e le littorine per collegare la linea ferroviaria tirrenica e quella ionica, che in larga parte sono ancora in funzione.
Così come è ancora attuale l’emigrazione all’estero. E questo non è film. E nemmeno un romanzo.