(ph. Enzo Lacopo)
di Francesca Cusumano
LOCRI-Analizzare quello che oggi rappresenta un fenomeno comune per varie realtà e cogliere dei rimedi finalizzati al suo contrasto, sono stati i punti chiave sui quali si è improntato il consiglio comunale aperto di questa sera. E si perchè di disagio sociale sul territorio o meglio di lotta alla povertà, si è discusso tra i banchi dell’assise, alla quale hanno aderito anche le associazioni cittadine e mons. Francesco Oliva, vescovo della Diocesi di Locri-Gerace.
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Una seduta in realtà richiesta dal consigliere di minoranza Pino Mammoliti, dopo il colloquio chiarificatore con don Giuseppe De Pace (come si ricorderà, l’avvocato locrese aveva espressamente condannato l’allontanamento di un questuante durante la funzione religiosa nel giorno di Sant’Antonio),constatandone che la povertà costituisce “il primo problema emergenziale dell’intera Diocesi”.
Diversi sono stati infatti, gli interventi che si sono alternati nelle quasi due ore e mezza di assemblea consiliare, ed è stato il presidente del consiglio comunale Maio in apertura dei lavori, a premettere che sarà compito dell’Amministrazione intervenire (pur consapevole delle ristrettezze economiche nella gestione della cosa pubblica),coinvolgendo in virtù della problematica che investe la Città, gran parte dei cittadini, associazioni, Chiesa e personale medico che tocca in prima persona il disagio di minori e anziani abbandonati loro malgrado, al proprio destino <<Possiamo dare segni tangibili alla cittadinanza- ha commentato-con il contributo fattivo di tutte queste componenti. Non abbiamo la bacchetta magica ma abbiamo il dovere di intervenire sul sociale>>.
La parola poi al capogruppo di “Impegno e Trasparenza-Pd” Antonio Cavo che nel rivolgere un ringraziamento alla Chiesa per il lavoro intrapreso fino ad oggi, specificando come a volte sia stata proprio la Chiesa a supplire le istituzioni nel loro operato<<Il vescovo e la Chiesa da sempre, rappresentano il faro delle Città dove indirizzare le richieste di aiuto, basti pensare ai centri di ascolto, alla mensa, all’assistenza a persone bisognose, ai corsi di formazione e progetti; attività che sono garantite unicamente dalla Chiesa. In questo ambito molto ancora si può fare, non serve aumentare le entità dell’elemosina, bisogna invece, ridare dignità alle persone che soffrono>>. Tra le tante proposte avanzate da Cavo, l’istituzione di un Banco per i libri di testo per famiglie indigenti, oppure un deposito di medicinali cui possono fruirne tutti <<Si potrebbero-ha continuato- aggiornare le capacità lavorative di chi è in difficoltà, terreni incolti ad esempio, potrebbero essere dati per uso agricolo>>.
La consigliera Anna Maria Mollica, delegata alle Politiche Sociali, ha illustrato una relazione traendone alcuni aspetti quale, la crisi economica che ha notevolmente inciso negli ultimi anni, sulla soglia di povertà di gran lunga incrementata, anche per la scarsa capacità di utilizzo delle risorse.
Ma è Mammoliti a specificare che l’assise odierna sia stata la conseguenza di un “equivoco”, rinnovando così le sue scuse a don Giuseppe De Pace <<Diverse- ha esordito- sono le declinazioni della povertà e noi siamo chiamati a esprimere le diverse declinazioni della solidarietà. Il percorso è ancora in salita, dobbiamo pagare il caro prezzo del relativismo etico, dell’individualismo. Dobbiamo cercare di ridurre al minimo il disagio di tanti cittadini superando il dato fondamentale dell’egoismo sociale, solo in questo modo potremo vedere questa piaga con un barlume di speranza. Questo consiglio comunale è il più importante in assoluto perchè riguarda tutti noi indistintamente, ognuno di noi ha bisogno dell’altro. Unitamente al problema della povertà, viaggia di pari passo lo spettro della criminalità organizzata che va segnalata alle autorità competenti. Ci sono strutture come le Fondazioni che, dovrebbero fare e dare molto di più. Bisogna creare le precondizioni per raggiungere l’equilibrio tra le istituzioni, riducendo al minimo le disparità. Esistono diversi fondi per evitare azioni predatorie e situazioni di disagio>>. A detta dunque di Mammoliti, sarebbe opportuno creare un comitato interforze per monitorare il fenomeno dell’emergenza sociale, ovviando alla sua dispersione <<Dobbiamo liberarci dalla vergogna di chiedere aiuto. Dobbiamo creare un collegamento tra mezzi e fini, dobbiamo solo osare. E’molto importante dare un senso alla nostra vita, veicolando il valore della solidarietà; senza solidarietà non ci può essere nè legalità, nè giustizia>>.
Il vice sindaco e assessore al Bilancio Raffaele Sainato ha evidenziato come quotidianamente, vari cittadini bussano alla porta del Comune a chiedere un piccolo contributo e come l’Amministrazione stia cercando di risolvere le problematiche del predissesto e del dissesto anche per ragioni sociali <<L’eredità raccolta da altre Amministrazioni- ha chiosato- è un limite a questa battaglia. Le Fondazioni appartengono al cestino degli orrori e non degli errori. Anche l’assegnazione degli alloggi popolari va rivista. Accanto a questi orrori, scontiamo le problematiche nazionali e internazionali. Invito a non soffiare su un eventuale dissesto che potrebbe mettere seriamente in ginocchio la Città. Quello che non funziona deve essere segnalato. Le proposte saranno tutte valutate e accettate anche se la miglior risposta è quella personale, aiutando in silenzio. Essere povero oggi non è una vergogna, perchè il nuovo povero domani potrebbe essere uno di noi>>.
Il consigliere Passafaro dal canto suo, nel sottolineare che <<Questo consiglio non è il più importante perchè scaturisce da una incomprensione>>, ha parlato di incentivo all’occupazione e di sinergia tra società civile, buona politica e Chiesa che, solo insieme, saranno in grado di ridare dignità a chi ne ha bisogno <<Il popolo deve parlare- ha affermato- da oggi serve un nuovo dibattito e una nuova politica>>.
Il capogruppo di maggioranza Domenica Bumbaca non ha esitato di riconoscere il ruolo fondamentale che rivestono le Associazioni per la cittadina (62 presenti sul territorio, anche se alcune sarebbero scomparse) <<Locri- ha bisogno delle Associazioni anche perchè non ci conosciamo; creeremo un albo delle associazioni per creare un percorso nuovo. Il settore dei Servizi Sociali va reso più funzionante>>.
Da qui, sono succeduti gli interventi di alcuni rappresentanti delle Associazioni, dal professore Rinaldi per il Centro Salesiano di Locri che ha posto l’accento sull’emergenza educativa e l’assenza di riferimenti per i più giovani, costretti ad emigrare altrove. Un pensiero quello del professore Rinaldi, condiviso dalla consigliera Cautela che ha puntato quindi, su educazione e istruzione <<A scuola-ha spiegato- c’è chi è stato escluso dalle attività didattiche perchè impossibilitato economicamente; l’evasione scolastica viaggia al pari della povertà. A ciò va aggiunto che per ricevere il sacramento della Prima Comunione, viene chiesto un contributo non indifferente, un modus operandi diseducativo>>.
Per la Caritas è intervenuto a seguire, un prelato che ha distinto tre tipi di povertà: “povertà di non sapersi mettere in rete”, “povertà nel dialogo interreligioso” e “povertà interculturale”; mentre Francesco Mollace, direttore di Civitas Solis ha chiaramente indicato l’assenza in Italia come in Grecia, di leggi contro la stessa povertà.
Infine, è stata la consigliera di minoranza Maria Antonella Gozzi (membro tra l’altro dell’associazione Xenia),a trasmettere alla maggioranza un documento (a nome del gruppo di opposizione),come soluzione pratica alla tematica esaminata, non prima di definirsi “persona di sinistra, a favore del popolo” <<I servizi attivi devono essere ulteriormente intensificati e le associazioni devono essere presenti quotidianamente e non saltuariamente. Il Comune deve dotarsi di strutture per accesso a fondi su problemi a medio/lungo termine. Ci aspettiamo delle risposte dall’Amministrazione>>.
Intervenuto il sindaco Calabrese ha richiamato l’attenzione sull’esigenza e la necessità di creare rete <<La povertà-ha dichiarato-è tanta e non c’è rete per conoscerla. C’è un elevato grado di disagio sociale, spendiamoci di più per la Città. Cerchiamo di lavorare insieme ,indipendentemente da appartenenze apartitiche>>. E a proposito di chi lotta giorno dopo giorno contro il disagio sociale, un cittadino, il signor Campiti, in aula ha rivendicato un alloggio per il proprio figlio.
Le conclusioni al vescovo Oliva che nel sostenere che, non occorre solo limitarsi alle parole, non ha negato di sentire su di sè,la responsabilità del tema affrontato <<Qui si gioca tanto del Vangelo; ho avuto modo di conoscere la povertà di questo territorio, un problema vero di natura geografica molto emarginata, è sud del sud>>.
Per il vescovo Oliva <<Bisogna cambiare mentalità e dare alla fede uno spessore diverso. La nostra, deve essere una fede degli occhi aperti, non fermiamoci ad una fede di tradizione, di superficie, non limitiamo la nostra fede allo spazio del culto ma al contrario, una fede che sia attenta alle istanze del territorio, indignandoci quando qualcosa non procede come dovrebbe. Non risolvere certi problemi mi fa sentire un verme. Parliamo di meno e operiamo concretamente. Abbiamo riorganizzato la Caritas diocesana e parrocchiale; le feste popolari non devono determinare uno sperpero di risorse, mi indigna molto che vengano richiesti contributi per ottenere sacramenti; ho già dato anche in tal senso, delle direttive. La dispersione scolastica è povertà dentro povertà. Bisogna fare rete e rimboccarsi le maniche fuori da qui, non serve solo fare retorica>>.
Al termine, inoltre, è stato approvato all’unanimità un atto di indirizzo come prosecuzione di quanto dibattuto nel civico consesso.