LOCRI – Gli studenti dei licei “Mazzini” di Locri hanno incontrato lo scrittore emergente Diego Pitea. L’esperto del genere Giallo ha interagito con gli adolescenti del “Laboratorio di Scrittura”, raccontandosi ai ragazzi, partendo dagli albori della sua carriera, e consigliando loro la strada da percorrere per entrare a far parte del mondo della scrittura.
L’incontro si è svolto il 26 marzo 2021, attraverso la piattaforma digitale Google Meet.
Cos’è la scrittura per lei e come è nata questa passione?
Il momento da cui tutto ebbe inizio fu un periodo molto delicato della mia vita, in cui a mia madre venne diagnosticata una malattia. Decisi di fare una specie di fioretto: “non leggerò più libri finché lei non tornerà sana!” Ero abituato a leggere almeno un Giallo al giorno, perciò con quella promessa mi trovai in difficoltà. Riflettendo, arrivai ad una soluzione: “Se non posso più leggere i miei Gialli, proverò a scriverne uno tutto mio!” Così passai dal ruolo di lettore a quello di scrittore. In quel periodo buttai giù le fondamenta del mio primo libro, “Rebus per un delitto”. La scrittura, perciò, ha rappresentato per me una valvola di sfogo da tutto il dolore e la tristezza accumulati in quei giorni.
Quali sono i suoi autori di riferimento?
Potrò sembrare banale, ma scelgo Oscar Wilde ed Agatha Christie… i loro libri mi fanno impazzire. La loro storia mi è stata di grande incoraggiamento per continuare a scrivere e non arrendermi. Agatha Christie, per esempio, vide “bocciato” il suo primo libro parecchie volte prima che una piccola agenzia inglese la contattasse, dando il via alla sua gloriosa carriera letteraria.
Per dare vita ai personaggi dei suoi romanzi, le capita di ispirarsi alla sua vita reale?
Ogni autore si ispira alla sua vita personale, alcuni decidono di non scrivere proprio perché non vogliono “mettersi a nudo”. Quindi sì, mi sono ispirato proprio a mia moglie per definire il carattere del personaggio “Monica”. Così come ho creato Richard Dale, protagonista di “L’Ultimo rintocco”, facendo riferimento a me stesso
Che consiglio darebbe ad un giovane scrittore?
Ai giorni nostri pubblicare dei libri è abbastanza facile…il problema è la qualità delle case editrici e dei servizi offerti. Degli 80 mila romanzi pubblicati ogni anno, infatti, il 60% non raggiunge le 100 copie vendute. Tutto ciò a causa della quasi totale assenza di promozione dei prodotti perché, spesso, le case editrici “abbandonano” l’autore a sè stesso. Il mio consiglio, perciò, è di affidarsi ad un’agenzia letteraria che punti su di te e ti segua passo dopo passo.
L’intervista si è svolta in maniera coinvolgente e l’autore ha conversato piacevolmente con i ragazzi del Laboratorio di scrittura, che si sono dimostrati molto partecipi ed appassionati all’argomento trattato. A organizzare l’incontro sono state le docenti Federica Malara e Marilena Minnici, che hanno introdotto l’ospite e favorito il coinvolgimento dei ragazzi nella discussione.
*: Studente IV AES licei “Mazzini” – Locri