di Antonella Scabellone
SIDERNO- Si è conclusa, con grande successo, all’Ipsia di Siderno, la settimana dedicata alla quarta edizione di “Libriamoci, Giornate di letture nelle scuole”. L’iniziativa, che si è svolta dal 23 al 28 ottobre, promossa a livello nazionale dal Miur, si rivolgeva alle scuole di tutta Italia, dall’infanzia alle superiori, invitandole a includere nelle attività didattiche delle sei giornate momenti di lettura libera ad alta voce, svincolati da ogni valutazione.
Quest’anno l’Ipsia, dove le referenti del progetto sono le professoresse Giuseppa Miceli e Margherita Milanesio, ha avuto l’onore di ospitare due scrittori del calibro di Mimmo Gangemi e Giuseppe Italiano, che si sono interfacciati con gli studenti delle classi quarte e quinte, rispettivamente il 23 e il 28 ottobre. Due scrittori che, in modi diversi, raccontano la Calabria, il sud, le problematiche dell’emigrazione e le difficoltà del vivere in questa parte d’Italia dimenticata dai più. Ed è stato il prof Italiano a concludere il progetto incontrando, lo scorso 25 ottobre, gli studenti dell’Istituto professionale a cui ha parlato del suo libro“Il seme nelle terre perse” ed Rubettino.
Introdotto dal dirigente scolastico Gaetano Pedullà, e dal collega e scrittore Pino Macri, che in fase di conclusioni ha sottolineato che “anche oggi abbiamo potuto capire quanto dobbiamo essere orgogliosi di essere calabresi”, Italiano, rivolto ai giovani, ha più volte rimarcato la necessità di studiare i grandi scrittori ed intellettuali della letteratura calabrese, e non solo, nostri conterranei come Francesco Perri, Mario La Cava, Corrado Alvaro. “Tutti personaggi che alla Calabria hanno dato lustro-ha aggiunto- nati a pochi km dai luoghi dove oggi viviamo. Figure che dovrebbero risultare familiari ma che invece sono sconosciute ai piu… “
Il seme nelle terre perse è una miscellanea di scritti (brevi saggi, articoli, commenti)che si presentano come tessere di un variegato mosaico letterario dove si profilano scrittori e filantropi (Emmanuele Navarro della Miraglia, Corrado Alvaro, Francesco Perri, Mario La Cava, Leonardo Sciascia, Cesare Pavese, Umberto Zanotti Bianco), magistrati famosi (Nicola Gratteri e Francesco Cascini), uomini coraggiosi (Lollò Cartisano e Michele Virdò), e poi suggestivi luoghi di preghiera (la Certosa di Serra San Bruno e la comunità delle suore di Crochi), accadimenti storici che hanno lasciato il segno (il terremoto del 1908 e la rivolta nel Distretto di Gerace del 1847).
Un libro che stimola la voglia di scoprire il nostro patrimonio culturale, motivo di spunto per i giovani per esplorare il passato al fine di trovare linfa per il presente. “Perché il seme può attecchire anche nelle terre piu difficili e abbandonate-ha concluso Italiano spiegando così anche il titolo del suo libro- se si riesce a fare diventare il terreno fertile”.