di Enzo Romeo (foto fonte Wikipedia)
Oggi è il 2 giugno. Pensiamo all’inno, alla bandiera e alla democrazia, quest’ultima simbolo della nostra Repubblica. Evviva, la Repubblica.Il referendum del 2 giugno del 1946 fu chiaro. La maggioranza degli italiani (due milioni in più) abolì, voglio usare questa parola, la Monarchia.
Da repubblicano convinto, mi permetto di dire che l’Italia deve molto anche a Re Umberto, il re di maggio, che accettò il verdetto e non scatenò altre guerriglie. Ce ne erano state abbastanza. Il suo garbo fu esemplare. Lasciò l’Italia e si ritirò a Cascais. Quel referendum non segnò solamente l’inizio della nuova vista istituzionale della nazione, ma fu la ambita, agognata e definitiva vera chiusura con la tragedia rappresentata dal fascismo. Dittatura, come tutte le dittature, immondavolgare, malvagia e violenta.
Il 2 giugno è simbolo ed è sostanza. Ed è presente. E sarà futuro. Nel segno della democrazia. Perché ci potranno provare a proporre littori et similia. Ma l’antifascismo ha le corna dure.