di Redazione
FALERNA – Un libro “testimonianza” che ruota attorno a quei racconti che nelle sere d’inverno vicino al camino, nonno Michele faceva di suo fratello Giuseppe Petrosino, detto “Joe” il celebre detective, simbolo di legalità, che riscattò l’Italia conquistando l’America, a suo nipote Nino. Ed è stato proprio Nino Melito Petrosino attraverso le testimonianze prima di suo nonno e poi di sua madre Gilda, a raccontare in un testo, le gesta, le intuizioni e il sacrificio del suo prozio, colui che sfidò la cosìddetta “Mano Nera” la prima forma di Cosa Nostra, imperante nel quartiere di Little Italy di New York e specializzata nel racket delle estorsioni.
Il libro del “poliziotto eroe” è stato presentato ieri dall’autore, in occasione della riunione regionale dell’Ipa Calabria, un riuscitissimo e partecipatissimo evento socio culturale organizzato dal Comitato Locale Lamezia Terme/Catanzaro, presieduto da Rosario Messone. Tra i rappresentanti della 18° Delegazione Calabria, il presidente Carlo Figliomeni e per il Comitato Esecutivo Locale Ipa Locride, il presidente e il suo vice Giuseppe Cusumano e Michele Galluzzo. A dare il benvenuto all’autore, anche il vice comandante provinciale della Guardia di finanza di Vibo Valentia Rolando Venturen e il sindaco di Motta Santa Lucia, Amedeo Colacino.
«Ho scritto questo libro – ha esordito Nino Melito Petrosino – in modo semplice e accessibile a tutti, soprattutto ai ragazzi delle scuole elementari e medie. Il mio intento è stato quello di tramandare questa bella pagina di storia anche attraverso la testimonianza della mia famiglia che mi ha fatto vivere una vita intera nel culto di “zio Joe”. Anche il giudice Giovanni Falcone, che ho avuto l’onore di conoscere, diceva di ispirarsi a volte, alla metodologia di Joe». L’autore ha così in poco più di un’ora, ripercorso alcune tappe fondamentali della vita del suo prozio, descritto sotto diverse sfaccettature: non solo l’incarnazione della legalità, ma anche “l’uomo buono”, “il tenerissimo padre di famiglia” e “l’emigrato che sapeva cogliere il travaglio dei propri connazionali”.
Giuseppe Petrosino detto “Joe” nato a Padula, in provincia di Salerno, dopo esser emigrato con i suoi a New York, per non gravare sul bilancio familiare, si adattò a fare qualsiasi tipo di mestiere, dal venditore di giornali, al lustra scarpe, a netturbino dell’amministrazione newyorkese, fino a diventare successivamente, informatore della polizia. Da lì il passo è poi stato breve per arruolarsi nel corpo della Polizia e fare carriera. A Joe, come rimarcato ieri dal pronipote Nino, si devono non solo la sua lotta al crimine, l’esaltazione di valori come legalità e giustizia, l’innata capacità di camuffarsi coordinando operazioni e infiltrandosi tra i malavitosi italo americani, l’organizzazione di una squadra di poliziotti italiani “l’Italian Branch” ma «Ha anche inteso scrivere – ha sottolineato l’autore – un’importante pagina d’onore a favore della nostra emigrazione, formata dalla stragrande maggioranza da gente sana e onesta che ha portato e porta contributi importanti alla comunità che li ospita». Joe Petrosino fu ucciso il 12 marzo del 1909, a Piazza Marina a Palermo, raggiunto da 4 colpi di pistola. E sebbene anche in quell’occasione avesse viaggiato in incognito (in quegli anni stava seguendo una pista che, forse, gli avrebbe consentito di infliggere un colpo decisivo alla Mano Nera), a causa di una fuga di notizie, tutti i dettagli della sua “missione top secret”, furono pubblicati sul New York Herald. «Il delitto di Joe Petrosino – ha spiegato l’autore – oggi per la giustizia italiana è senza un colpevole, tutti gli indiziati, furono assolti dalla Corte d’Appello di Palermo. Io non sono uno scrittore ma un familiare di vittima di mafia che ha scritto un libro. L’ ho fatto senza peli sulla lingua e senza mezzi termini».
Il poliziotto vissuto oltre un secolo fa, nemico della malavita italiana trapiantata negli Stati Uniti, continua a rappresentare per gli italiani d’America e non solo, “un mito, un nume familiare e un patrono benefico”« E ciò- ha ribadito Nino Melito Petrosino – lo constato personalmente a New York da 42 anni. Non avevo mai pensato di scrivere qualcosa su zio Joe, soprattutto perché tanti, prima e meglio di me, lo avevano fatto. Ancora oggi molti scrivono su Joe Petrosino, negli ultimi due anni sono stati pubblicati tre libri, film e documentari in Italia e in America. E’ in preparazione infatti, un film il cui ruolo di Joe sarà interpretato da Leonardo di Caprio».
La casa natale di Joe Petrosino, dal 2000 ad oggi ospita il museo a lui dedicato e ogni 19 ottobre (giorno in cui il poliziotto indossò per la prima volta la divisa), in tutto lo Stato di New York si celebra il “Petrosino- Day”.
Intanto, dopo la tappa a Falerna, il Comitato Esecutivo Locale Ipa Locride, presieduto dal sostituto commissario in quiescenza Giuseppe Cusumano e dal suo vice Michele Galluzzo, ha in programma nei prossimi mesi, di promuovere, come da accordi con Nino Melito Petrosino, un incontro con gli studenti delle scuole del comprensorio.