di Laura Jannotta*
L’Unione Nazionale Camere Civili richiama le parole del Primo Presidente della Corte di Cassazione all’apertura dell’Anno giudiziario 2016: “vorrei davvero che la cerimonia per l’apertura dell’anno giudiziario non fosse considerata un semplice rito, solenne nella forma ma ripetitivo e perciò inutile nella sostanza, bensì riuscisse a segnare uno spazio di riflessione e di dialogo e a trasmettere alla comunità nazionale un messaggio di speranza, fiducia e impegno per una più feconda stagione della Giustizia”.
Condividendo tale pensiero, l’Uncc sottolinea la piena collaborazione e disponibilità data dall’Avvocatura nel cercare di raggiungere gli obiettivi indicati dal Ministro della Giustizia per offrire al Paese un “servizio della Giustizia più efficiente, più autorevole e, in definitiva, più giusto”come dallo stesso affermato a chiusura della propria relazione al Parlamento.
La politica, in questi anni, ha chiesto molto all’Avvocatura che, consapevole della sua alta funzione, ha sempre risposto ponendo in campo le sue migliori risorse.
E’ innegabile il contributo dato per portare avanti gli istituti tendenti a favorire le risoluzioni alternative delle controversie, mediazione e negoziazione assistita in primis, istituti che hanno inciso, almeno in parte, nella diminuzione del contenzioso; sicuramente il nostro impegno, anche attraverso la predisposizione di percorsi di formazione qualificata, continuerà.
E’ innegabile il contributo dato e le risorse spese nel processo telematico, che deve ancora essere portato a pieno regime su tutto il territorio nazionale ed in tutti gli Uffici Giudiziari; positiva l’introduzione del Portale Unico per le vendite Giudiziarie la cui sperimentazione con accessi limitati è appena iniziata e rappresenta un importante passaggio nel sistema delle aste giudiziarie.
E’ innegabile il contributo scientifico nella predisposizione di emendamenti nelle riforme, tra cui anche la riforma del processo esecutivo.
E’ innegabile l’impegno e il sacrificio dell’Avvocatura nella riforma della geografia giudiziaria: l’Uncc è sempre stata favorevole a questa riforma, ma occorre ora considerare relativamente alla paventata soppressione di alcune Corti d’Appello che deve essere salvaguardata la funzionalità delle stesse e considerate le esigenze di accesso alla giustizia dei cittadini e di tutti gli operatori del diritto; gli accorpamenti senza ragionevole riflessione porteranno solo maggior danno e rallentamento della giustizia.
La politica, nel contempo, ha saputo prendere atto dei cambiamenti sociali: un riconoscimento alla legge sulle Unioni Civili, segno certamente di un Paese civile al passo con i tempi; legge perfettibile e con qualche criticità, ma che offre anche spazi all’Avvocatura che deve saperli coglierli , così come la normativa introdotta degli Organismi di composizione della crisi ove gli avvocati possono avere un ruolo determinante.
Ritengo, altresì, doversi dare atto dell’impegno sicuramente profuso dal Ministro della Giustizia nel miglioramento dell’organizzazione degli Uffici Giudiziari, nel reclutamento del personale, nel prolungamento dei tirocinanti, nella riforma della magistratura onoraria, nello stanziamento di risorse per la giustizia nei limiti delle risorse disponibili, purtroppo sempre troppoesigue.
L’Avvocatura, proprio per l’impegno responsabilmente profuso, ora chiede un maggiore dialogo sulle riforme in itinere.
Infatti, non si possono tacere le criticità rilevate dall’avvocatura nel proliferare di continue riforme che mettono ancora una volta mano al processo civile: qui l’ascolto dell’Avvocatura – spiace sottolinearlo – è quasi inesistente e si arriva così a dover proporre emendamenti a proposte di legge già confezionate certamente da un legislatore lontano ed assente dalle aule della giustizia: un esempio valga per tutti, il rito sommario applicato tout court in primo grado, non condiviso neppure dalla magistratura e che, se introdotto, non porterà sicuramente alla auspicata definizione delle cause in tempi brevi; qui l’avvocatura è stata sentita in audizione alla commissione giustizia del Senato e presenterà un documento- unitario da parte nostra e coordinato con il Cnf augurandoci che almeno nei punti della riforma più critici qualche emendamento possa essere accolto.
Ancor più dolente la riforma relativa al contenzioso presso la Corte di Cassazione: si è proceduto, senza ascoltare l’Avvocatura, pare neppure interpellata, con emendamenti a sorpresa che hanno portato, tra l’altro, alla criticità maggiore individuata nella nuova novella dell’art.380 bis c.p.c., quasi al limite dell’incostituzionalità; per cercare un rimedio si dà atto della sottoscrizione del Protocollo tra Corte di Cassazione, Cnf e Avvocatura dello Stato che ha cercato di recepire le esigenze dell’avvocatura ma direi dei principi sacrosanti del diritto di difesa e del legittimo contraddittorio; si tratta però di un Protocollo che viene già in parte disatteso da alcuni.
In ordine ai costi della giustizia, l’Uncc ribadisce la ferma contrarietà a qualsiasi misura di forzata deflazione del contenzioso, soprattutto mediante un aumento dei costi per accedere alla giustizia.
L’accesso alla Giustizia deve essere patrimonio di tutti: in un periodo storico di continua e grave crisi economica che investe tutto il Paese, non possiamo e non dobbiamo far sì che solo pochi cittadini, che ne hanno i mezzi, possano accedere alla giustizia per veder riconosciuti i loro diritti; anche questo è un dato oggettivo che ha portato alla diminuzione del contenzioso e non può essere negato.
Concludo con l’auspicio che il dialogo avviato dal Ministro della Giustizia e dalla magistratura, con Csm e Corte di Cassazione prosegua nell’unità di intenti e nelle finalità condivise e che il ruolo dell’Avvocatura, che continuerà nell’ impegno profuso, sia riconosciuto quale custode e garante dei diritti dei cittadini.
Un augurio quindi di buon lavoro a tutti.
*Presidente Unione Nazionale Camere Civili