Prescindendo dalla forzatura americana, sottolineata dall’astensione nel momento in cui è stata votata la risoluzione a favore del “tacciano le armi”, tutto questo ci ispira nel chiederci chiedendo a Lor Signor della Politica politicante su scala mondiale: la vita delle persone, degli uomini, delle donne e dei bambini in quella, maledetta, area geografica è da rispettare soltanto per il mese sacro agli islamici, con tutto il rispetto ovviamente dovuto a tale periodo? Perché tale sollecitudine non la si è applicata sin dall’inizio del conflitto che dura, ormai, da circa sei mesi con tutto il carico di morti e di distruzione che si porta dietro?
di Antonio Baldari (foto fonte Wikipedia)
Dopo tempi biblici, manco a dirlo!, che più biblici non si può si è rivista l’Onu, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che, con una certa nonché comprensibile sorpresa, si è nuovamente fatta sentire e, udite udite!, nientepocodimenoché per chiedere ufficialmente il “cessate il fuoco” nella striscia di Gaza; il rumore dei nemici, ma anche e soprattutto degli amici dell’istituzione nata per salvaguardare la pace e la sicurezza tra i popoli, si è fatto sentire all’unisono creando non poco scalpore.
Ed anche rabbia, se si pensa anche e soprattutto ad Israele che, di colpo, si è visto spalle al muro, da solo nel condurre in porto la volontà di triturare Hamas e tutto ciò che reca con se, bambini compresi; in particolare, il popolo “eletto” di Dio se l’è particolarmente presa con gli Stati Uniti d’America con i quali si erano già registrate delle frizioni nelle modalità di conduzione dell’assalto ai territori occupati arrivando a dire “Facciamo da soli” – così Benjamin Netanyahu, leader della “Stella di David” al dirimpettaio “a stelle e strisce” Joe Biden. Da cui la forzatura chiaramente americana, limpidamente sottolineata dall’astensione nel momento in cui è stata votata la risoluzione a favore del “tacciano le armi”, che oggi vede l’immediata richiesta di chiudere i bombardamenti ma, la domanda nasce spontanea, perché mai tutta questa fretta? La risposta è presto data: perché è il mese sacro del Ramadan che si concluderà il prossimo 10 aprile (data con cui abbiamo imparato a familiarizzare anche in Italia con l’altrimenti detto “Caso Pioltello”, con la scuola chiusa dal dirigente scolastico proprio in quel giorno, ndr). Ed è tutto dire, se è vero com’è vero che la ragione alla base di tale provvedimento c’è la chiusura del mese sacro ai musulmani, chiedendoci e chiedendo a Lor Signor della Politica politicante su scala mondiale: la vita delle persone, degli uomini, delle donne e dei bambini in quella, maledetta, area geografica è da rispettare soltanto per il Ramadan, con tutto il rispetto ovviamente dovuto a tale periodo?
Perché tale sollecitudine non la si è applicata sin dall’inizio del conflitto che dura, ormai, da circa sei mesi con tutto il carico di morti e di distruzione che si porta dietro? È davvero una reale “presa di coscienza” o è l’ennesima misura farlocca di tutela del diritto alla vita dei palestinesi, degli israeliani e dei popoli tutti in questo mondo? A noi, molto immodestamente, appare più la seconda che non la prima delle due opzioni.