di Patrizia Massara Di Nallo (Foto e notizie scientifiche tratte da Humanitas)
I social sono nati come strumenti per facilitare la socializzazione, condividendo aspetti e momenti di sé e della propria vita, ma con il passare del tempo, in concomitanza al sempre maggior uso di queste piattaforme o app, si è osservato un paradossale incremento riguardo all’isolamento sociale e non solo nelle fasce giovanili. I social possono quindi causare dipendenza ed accompagnarsi a isolamento sociale.
La dipendenza da Internet, denominata Internet Addiction Disorder (IAD), pur non essendo ancora classificata come una diagnosi principale, è stata proposta come una condizione che richiede ulteriori studi prima di essere definitivamente inclusa tra i disturbi psicologici/psichiatrici, ma ciò non implica l’inesistenza del fenomeno, ma semplicemente che questo non è ancora stato definito in modo chiaro dalla comunità scientifica. La dipendenza dai social media, infatti, è un problema reale che si è diffuso almeno nell’ultima decade e pertanto questa condizione potrebbe essere considerata nelle future revisioni dei manuali scientifici, perché il comportamento dei pazienti è simile a quello di pazienti con altre forme di dipendenza, pur differenziandosi nel tipo di comportamento.
Nonostante i social media siano stati all’origine un ambiente alternativo per una diversa socialità o strumenti per facilitare la socializzazione, nel tempo sono diventati sempre più una vetrina per personaggi e modelli da seguire ed emulare, trasformandosi in veri e propri strumenti di marketing e pubblicità, piuttosto che essere semplici “luoghi” di interazione sociale. Inoltre, sebbene gli studi su questo tema non siano ancora completi, si potrebbe ipotizzare, analogamente ad altre forme di dipendenza, che il fattore genetico possa rappresentare un rischio, ma in ogni caso dipendente anche dal contesto di vita del soggetto. Alcune persone, infatti, possono essere più “vulnerabili” a essere coinvolte in una dipendenza dai social media rispetto ad altre, e questa vulnerabilità potrebbe interagire con l’ambiente in cui vivono, come la scuola, la casa, il lavoro, gli hobby, con le relazioni interpersonali in genere e con tutte le esperienze sociali legate a questi contesti.
Per identificare sintomi della dipendenza dai social dai social media, è possibile utilizzare almeno tre criteri comunemente adottati per evidenziare tutte le forme di dipendenza:
Scadimento funzionale: la persona dedica sempre più tempo ai social media, a discapito di altre attività fondamentali come il lavoro, lo studio, le relazioni interpersonali, l’alimentazione e l’igiene personale.
Craving: se la persona non ha accesso ai social media o non può utilizzarli in un dato momento, sperimenta un disagio e una costante spinta a cercare il proprio smartphone, tablet o computer per accedere ai social, simile al processo di altre dipendenze come alcol, sostanze, cibo o gioco d’azzardo.
Tolleranza: se il bisogno di utilizzare i social media viene temporaneamente frenato, il comportamento evolve aumentando sia la frequenza che l’intensità dell’uso delle applicazioni, fino a occupare gran parte del tempo di veglia della persona, talvolta anche durante la notte. La persona sente il bisogno di trascorrere sempre più tempo sui social media, come accade con molte altre dipendenze comportamentali.
Come succede, ad esempio, nel gioco d’azzardo o in altre dipendenze da sostanze, nei social media si potrebbe, per esempio, cercare una gratificazione istantanea attraverso l’ottenimento di like (cioè conferme) per i contenuti pubblicati, cercando di ottenere il maggior numero possibile di apprezzamenti nel minor tempo possibile. La persona dipendente dai social media può manifestare anche la paura di sentirsi esclusa o di perdere qualcosa , cioè FOMO fear of missing out, quindi ha la necessità di essere costantemente aggiornata su tutto ciò che accade, in modo da poter discutere con gli altri durante i momenti di aggregazione.
Il mondo dei social media può essere visto come uno stimolo sempre presente, a cui si può accedere in qualsiasi momento e del quale sembra che non si possa più fare a meno, poiché non si sopporta più l’idea di “noia”, o comunque potrebbero anche essere utilizzati come strategie disfunzionali per provare a regolare le proprie emozioni, con conseguenze però negative alcune delle quali descritte sopra.