di Azzurra Papalia
SIDERNO – E’ “Andata e Ritorno”, il titolo con cui Bruno Versace, si è aggiudicato il primo premio del concorso di poesia dialettale “Giomo Trichilo” 2015, giunto alla dodicesima edizione. Al secondo e terzo posto Martino Ricupero con “A vita nostra” e Paolo Landrelli con “Nu bruttu sonnu” . A premiare i tre dilettanti, nel senso buono del termine, sono stati gli ospiti onorari, l’assessore alla Cultura del Comune di Siderno Ercole Macrì, Giuseppe Cherubino dell’associazione locrese Kiwanis ed il sindaco della città ospite dell’evento, Siderno , Piero Fuda.
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Proprio il sindaco, durante il suo intervento sul palco, ha dichiarato di volersi impegnare nella cultura, investendo in manifestazioni simili, malgrado il momento di precarietà che sta attraversando il Comune sidernese, impegnato ancora a risanare il dissesto finanziario e a far fronte ad una serie di lavori pubblici. Fuda ha anche ringraziando l’organizzatore dell’evento e presidente dell’associazione culturale “L’ Eco di Siderno”, Antonio Tassone , congratulandosi con Mimmo Gangemi, famoso scrittore calabrese , insignito del premio alla carriera letteraria per l’ occasione.
Inoltre, quest’ultimo ha esordito dicendo che “E’ il lettore che trasmette allo scrittore la chiave di lettura per scrivere” e, rispondendo alla domanda della conduttrice Eveline Candido su quale fosse il segreto del suo successo, asserisce “Nessuno parte con l’idea di trasmettere qualcosa al lettore, sarebbe un limite alla fantasia”.
In una piazza Vittorio Veneto gremita, Tassone, nella serata dedicata alla tradizione popolare e alle sue tante espressioni, trova sostegno nel messaggio del consigliere provinciale Francesvo Rispoli che ha dichiarato che “Il dialetto è l’albero della nostra storia, angolo contro la globalizzazione barbara, rappresenta la coltivazione delle radici”.
Alla fase delle premiazioni è seguita quella di ringraziamento degli ospiti presenti quali: i pronipoti dell’umile massaio da cui prende il nome il concorso, Paolo e Mauro Trichilo e Francesco Futia, proprietario di un noto ristorante, diviso tra le sue passioni la cucina, la famiglia, la scultura e la poesia ovviamente. Così come Pino Carella, direttore dell’associazione teatrale Roccella Jonica , chiamato per l’occasione ad interpretare le opere di poeti scomparsi, Rocco Ritorto, Paolo Catalano, Francesco Mazzaferro e Peppino Coniglio.
La serata non poteva che concludersi con lo spettacolo teatrale “N’da a casa i Don Raffaele” (nella foto), una commedia scritta da Maria Pia Battaglia e con la regia di Giovanni Palumbo. Alla stregua delle poesie, questa compagnia teatrale in tournè tra Campania, Calabria e Sicilia, cerca di portare ovunque la sua cultura, quella calabrese, le sue radici, il suo dialetto come strumento per non dimenticare e per educare i ragazzi al mondo dello spettacolo, vincendo le timidezze e le paure senza alcun onere se non la passione per ciò che si è e che lo rappresenta.